Il viagra dell'Isis
Tempo di lettura: 2 minutiIn un articolo in cui denuncia l’inutilità dei raid Usa contro l’Isis e auspica, senza sperarci, un’indagine dell’Onu per individuare ufficialmente (ufficiosamente si sa bene) chi finanzia e arma tale organizzazione, Tahar Ben Jelloun, sulla Repubblica del 25 giugno, scrive: «Secondo quanto ha rivelato ai primi di giugno un giornale svizzero, quest’organizzazione criminale disporrebbe di una droga rara, una sostanza psicotropa particolarmente pericolosa per l’equilibrio mentale, denominata Captagon: una pillola che ha il potere di vincere la stanchezza, sopprimere la paura e minimizzare la morte, consentendo oltretutto a chi l’assume eccezionali prestazioni sessuali. Prodotta in Bulgaria, è vietata ovunque al mondo, ma l’Is sarebbe riuscito a procurarsela e ne farebbe uso per gli attentati suicidi. Siamo dunque lontani dallo spirito di sacrificio ispirato dall’amore di Allah».
Nota a margine. Da tempo si sa del captagon in uso all’Is, ma la conferma del quotidiano svizzero è utile. Va da sé che se ben fa Ben Jelloun a sottolinearne l’uso da parte dei kamikaze, accennando quindi alla motivazione non religiosa degli attentatori, è ovvio che il suo consumo è più ampio. D’altronde si spiega così la folle ferocia delle azioni dagli agenti dell’Isis,
L’uso di far assumere sostanze eccitanti o altro ai belligeranti si perde nella notte dei tempi. Ma durante la guerra del Vietnam si ebbe un salto di qualità: tra i marines era molto diffusa l’eroina (il cui nome deriva da “eroe”).
Durante tale guerra la produzione di oppio del Triangolo d’oro (situato tra Laos, Birmania e Vietnam) ebbe un boom, scemato nel tempo con l’ascesa della produzione afghana. Da allora l’intreccio tra produzione e traffico di droga e conflitti (e terrorismo) è diventato inestricabile.