In attesa della risposta di Hezbollah e dell'Iran
Il Medio oriente vive un momento di sospensione, mentre la macelleria di Gaza non conosce requie: ieri bombardate altre due scuole; l’80% dei morti, trenta in tutto, e dei più numerosi feriti erano bambini (al Jazeera). D’altronde, uno dei motivi per cui Netanyahu tenta di espandere la guerra in medio Oriente, oltre che per garantire la sua posizione di potere, è anche quello di cancellare la mattanza di Gaza dai media, come dimostra l’informazione degli ultimi giorni, spostata sulla crisi con Hezbollah e l’Iran.
In attesa della reazione di Teheran e di Hezbollah
Al netto di tale calcolo, resta però l’incombente risposta dell’Iran per l’assassinio in Iran del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh e quella di Hezbollah per l’assassinio di Fuad Shukr, numero due del movimento, ucciso nello stesso giorno.
Teheran ha comunicato ufficialmente alle Nazioni Unite che risponderà alla violazione della sua sovranità nazionale, mentre Hezbollah ha annunciato la risposta in via meno ufficiale, ma non per questo meno efficace, affermando che l’uccisione di Shukr ha superato tutte le linee rosse che finora avevano limitato lo scontro con Israele.
Risposte che potrebbero intrecciarsi tra loro, sovraccaricando ancor più le difese israeliane e lo sbarramento difensivo dei suoi alleati, che si alzerà sicuramente come nel caso del precedente attacco iraniano contro Tel Aviv, ma che già allora ebbe difficoltà a contenere i 300 droni e i pochi missili lanciati contro Israele, peraltro con una tempistica di impatto, tre ore circa, che avrebbe dovuto consentire una difesa più che efficace.
Stavolta, pare, sarà molto diverso: l’Iran ha dichiarato che la sua reazione sarà più incisiva, data la reiterazione della sfida posta alla sua sovranità e alla gravità dell’aggressione subita.
Infatti, mentre l’altra volta Tel Aviv aveva colpito un consolato in Siria, stavolta è stato colpito direttamente il territorio iraniano; inoltre, l’altra volta era stato ucciso un generale iraniano, stavolta è stato assassinato il leader di un movimento alleato di Teheran, peraltro in un’aperta sfida contro le massime autorità del Paese (quindi un’indiretta aggressione contro le stesse): infatti, Haniyeh era stato appena ricevuto dall’ajatollah Khamenei e si trovava in Iran per partecipare alla cerimonia di inaugurazione della nuova presidenza.
Stati Uniti, Unione e europea e Paesi arabi hanno fatto pressioni su Teheran per chiedergli di non reagire. Inviti rispediti al mittente, anche perché è ovvio che la passività autorizzerebbe la controparte a reiterare azioni similari. Così l’Iran è costretto a reagire, di fatto assecondando i calcoli di Netanyahu, che spinge per trascinare gli Usa e i suoi alleati in un conflitto con Teheran.
Va aggiunto, peraltro, che uno dei motivi per cui Israele ha spinto per far precipitare il confronto con Teheran è stata la vittoria di Masoud Pezeshkian alle recenti presidenziali (non per nulla Haniyeh è stato ucciso al momento della sua intronizzazione).
Riformista e moderato, Pezeshkian puntava a rappacificarsi con gli Stati Uniti, anzitutto ripristinando l’accordo sullo sviluppo del nucleare iraniano (Bloomberg). Una svolta che Tel Aviv doveva impedire a tutti i costi: gli è indispensabile che gli Usa e il mondo continuino a trattare l’Iran come uno stato canaglia per preservare il ruolo di Israele come alleato indispensabile dell’Occidente in un Medio oriente abitato da “barbari”.
Tanti, dunque, i calcoli dietro l’assassinio di Haniyeh, che hanno portato la leadership israeliana a compiere un passo che può incendiare il Medio oriente, Israele compresa.
L’oro della judoka e gli omicidi di Israele
Ne scrive Gideon Levy su Haaretz, che paragona l’entusiasmo col quale Israele ha accolto la notizia degli omicidi di Shukr e Haniyeh a quello col quale ha recepito la notizia dell’oro olimpico della judoka Raz Hershko.
“È un po’ ingiusto paragonare uno sport in cui Israele ha successo in modo onorevole e legittimo con degli assassini dove Israele ha successo in modo disonorevole e illegittimo. Ma il paragone è lecito quando sappiamo che così tanti israeliani, probabilmente la maggioranza assoluta, trattano così le due cose. Le medaglie si vincono solo nello sport, ma vedete come gli israeliani si fregino di medaglie anche con gli omicidi?”
“‘In due assassinii mozzafiato, Israele ha ripristinato in sei ore ciò che era un tempo: un paese che può far impallidire i film di Hollywood’, ha detto [l’opinion leader] Ben Caspit con imbarazzante infantilismo. Queste sono i nostri momenti più belli, i momenti in cui uccidiamo persone, per tacere del fatto che assassiniamo come la mafia, come accade nei regimi più loschi. I nostri momenti più belli sono quando ci rendiamo oltremodo odiosi agli occhi della maggior parte del mondo”.
“Grazie, Mossad, per quelle sei ore meravigliose, paragonabili ai momenti di gloria dello judo alle Olimpiadi o agli esercizi ginnici di Simone Biles. Grazie, media, per aver manipolato questi omicidi e le loro iniquità inneggiando a essi. L’assassinio che ha recato benefici a Israele non si è ancora rivelato”.
“Nelle sei ore di cui Caspit ha goduto, Israele ha ucciso due dei suoi nemici, un militare di Hezbollah e uno statista di Hamas. Combinare tra loro le parole “statista di Hamas” di certo irriterà le orecchie degli israeliani […] ma Haniyeh era il presidente dell’ufficio politico di Hamas. Ed è dubbio che abbia mai impugnato un’arma, nonostante le narrazioni di Israele, ed è dubbio che sapesse in anticipo del 7 ottobre”.
“Non è un canto di lode per Haniyeh, né un lamento per la sua morte, ma un paese che uccide l’uomo con il quale sta negoziando un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ha oltrepassato il limite della sua legittimità. Un paese che fa questo sul territorio iraniano, il giorno dopo che il suo nuovo presidente ha prestato giuramento, vuole una guerra con l’Iran. Un paese che esulta per tutto ciò è un paese stupido: esulta per disastri che rischiano di ricadergli letteralmente sulla testa”.
“Una bomba piazzata in anticipo nella stanza giusta della foresteria delle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran accende l’immaginazione [in realtà Haniyeh è stato ucciso da un missile, la narrazione consolidata della bomba serve a screditare ancor più la sicurezza iraniana ndr.] … È bello sapere che possiamo realizzare un’impresa del genere. Ma, accidenti, a cosa è servito? Qual è il vantaggio? Vedremo i danni nei prossimi giorni. Se ne parla già nelle case, nei supermercati, negli asili, con ansia per ciò che sta per accadere. Prima dell’imminente disastro, ricordate tutti gli applausi di questi giorni”.
Concludiamo con un cenno tratto da Responsibile Statecraft: “È ormai una prassi consolidata presso Israele trattare tutte le operazioni militari contro di sé al modo di aggressioni non provocate, piuttosto che ritorsioni per qualcosa che Israele ha commesso in precedenza”.
Cenno che appare significativo non tanto nei riguardi di Tel Aviv, per cui tale valutazione è ovvia, quanto per i preparativi in corso in Occidente per difendere Israele. L’attacco iraniano, infatti, sarà trattato dai media d’Occidente come un’aggressione, non come una legittima reazione a un’aggressione subita. Ribaltamento della realtà necessario a conservare a Israele il supporto dell’Occidente e che incrementa ancor più i rischi di una guerra su larga scala.
Ps. Israele medita su un attacco preventivo prima della risposta iraniana, aggiungendo follia a follia.