L'Inghilterra dichiara terrorista anche l'ala politica di Hezbollah
Tempo di lettura: 3 minutiIl governo Inglese ha deciso di dichiarare terrorista l’ala politica del movimento Hezbollah, equiparandola all’ala militare cui tale sorte è toccata in precedenza.
Una decisione inattesa, stante che Hezbollah è un partito che partecipa alle elezioni e fa parte del governo libanese, nel quale è alleato con partiti sunniti legati a Riad e partiti cristiani.
Un partito politico tout court, insomma, che tale decisione vorrebbe estromettere dall’agone democratico.
In questo contesto l’incontro dello scorso 27 febbraio tra l’ambasciatore britannico Chris Rampling e Nabih Berri, presidente del parlamento libanese appartenente al movimento Amal (Speranza), alleato di Hezbollah.
Oggetto dell’incontro, come riportato dal sito al-Manar, la comunicazione dell’iniziativa britannica su Hezbollah.
Dopo aver ascoltato l’ambasciatore, Berri rispondeva: “A casa nostra, in Libano, il governo non può andare oltre il Parlamento in modo tanto netto”.
“Qualsiasi atto, anche se il suo contenuto è noto in anticipo, non può essere comunicato dal governo fino a quando non entra in vigore e viene approvato dal Parlamento. E se il governo lo ratifica prima dei precedenti passi necessari, protesterò in maniera vibrata”.
“Il messaggio che mi manda non è accettabile nella forma […] – ha proseguito Berri – Prenderò in considerazione l’idea di averlo ricevuto quando la Camera dei Comuni lo avrà ratificato”.
La risposta dell’uomo politico libanese, annota al Manar, ha stupefatto l’interlocutore, che sarebbe rimasto basito.
Anche se la fonte è di parte (al Manar è organo di hezbollah), non si stenta a credere allo stupore del diplomatico, dato che, come recita anche il titolo della nota, si tratta di una vera e propria “lezione di democrazia” offerta dall’alleato di un partito “terrorista” al messo di una nazione reputata “faro” di democrazia.
A quanto pare, l’ambasciatore si è affrettato a precisare che la decisione “non avrà alcun impatto sul Libano”. Al che Berri: “Allora perché informarmi?”
Altro cenno che non stentiamo a credere, dato che in effetti l’ambasciatore deve aver dato le necessarie rassicurazioni, dal momento che la decisione può avere conseguenze esplosive.
A meno che Londra non voglia dichiarare guerra al Libano, dato che il governo del Paese dei Cedri, a questo punto, potrebbe esser dichiarato connivente col terrorismo internazionale… iniziativa che, più che improvvida, risulterebbe suicida.
Detto questo, va segnalato che il partito laburista ha già annunciato la sua contrarietà all’iniziativa politica.
Duro il commento di Hezbollah, che in un comunicato ha criticato la “servile obbedienza all’amministrazione statunitense, che rivela come il governo britannico non è che un semplice servo al servizio del suo padrone americano”.
Ma le proteste sono andate ben oltre Hezbollah, dato che molte forze politiche libanesi hanno percepita la mossa di Londra come un’ingerenza indebita nella politica interna del loro Paese.
Per Londra non si tratta solo di soddisfare richieste/pretese Usa o israeliane. Nella decisione deve aver pesato la rinnovata assertività britannica in Medio oriente, che l’ha vista svolgere un ruolo più che attivo nella guerra siriana (Bbc).
Resta da capire come tale iniziativa andrà a ripercuotersi nell’Unione europea, alla quale si vorrebbe estendere la decisione britannica.
La Francia ha storici rapporti col Libano, rischia di bruciarli. Potrebbe rappresentare un freno, ma vedremo.
Come resta da capire l’opportunità di un passo che piuttosto che stemperare conflittualità mediorientali fin troppo esplosive, va invece oggettivamente ad acuirle.
Di certo la destra britannica intende raccogliere il favore israeliano, a detrimento del Labour party già additato come antisemita da alcuni ambiti di Tel Aviv.
E forse non dispera di poter ottenere, tramite tale pressione, una nuova interlocuzione col Paese dei Cedri, dal quale storicamente è stato estromesso.