18 Gennaio 2025

L'insediamento di Trump: pericoli e invitati imprevisti

Il Washington Post ricorda la misteriosa malattia che funestò l'insediamento di Buchanan. Al giuramento di Trump saranno presenti anche il vice di Xi Jinping e il rabbino anti-sionista
di Davide Malacaria
L'insediamento di Trump: pericoli e invitati imprevisti
Tempo di lettura: 4 minuti

Trump ha voluto che la cerimonia del suo insediamento alla Casa Bianca si tenga nel chiuso del Campidoglio, come accadde per quella di Ronald Reagan. Motivo ufficiale il freddo, ma è evidente che per un megalomane come egli è e per la sua vis populista che lo inclina ai raduni affollati, la decisione di tenere una cerimonia più intima dipende da motivi più seri che non il clima.

Sembra plausibile, cioè, che abbia preso sul serio gli allarmi su un possibile attentato contro la sua persona lanciati da alcuni dei suoi sostenitori in questi giorni (ne abbiamo accennato nella nota di ieri).

Mettere in dubbio la credibilità dei sostenitori di Trump è legittimo e allo scopo si è ricorsi alle solite accuse di complottismo – usato sicuro che va bene su tante cose – però stavolta la nuda cronaca indica che l’asserito complottismo ha una qualche ragion d’esser, dal momento che il futuro presidente è stato oggetto di ben due attentati durante la campagna elettorale.

1857: l’insediamento con giallo di James Buchanan 

Peraltro, Trump ha fonti di informazione più che privilegiate, sia nell’ambito dell’esercito che in quello dell’intelligence. Evidentemente qualcuno gli ha detto qualcosa.

Curioso, peraltro, che il Washington Post oggi pubblichi un documentato articolo sulla misteriosa malattia che nel 1857 afflisse l’insediamento del presidente James Buchanan, che provocò forti disturbi a diversi convenuti, tra i quali lo stesso presidente, e ne provocò la morte di trenta.

The mysterious illness that plagued a presidential inauguration

La malattia ebbe il suo epicentro presso il National Hotel di Washington, albergo nel quale aveva trovato alloggio Buchanan e il suo seguito prima della cerimonia.

Petula Dvorak, autrice dello scritto, ricorda come al tempo si svolsero diverse inchieste sulla misteriosa malattia, con alcuni che affermavano di aver trovato tracce di “arsenico” nello stomaco di uno dei defunti, mentre altri la attribuirono all’assenza di fognature, che però, come annota la cronista, era condizione comune dell’intera città, senza che ciò comportasse un’analoga afflizione altrove.

Infine, un’inchiesta sulla presenza di topi morti nei serbatoi dell’acqua potabile, che secondo alcuni avrebbe scatenato un’epidemia di colera, escluse tale circostanza, dal momento che i roditori non potevano accedervi.

Buchanan aveva alloggiato in quell’Hotel anche nel gennaio precedente, dal momento che era gestito da una sua vecchia conoscenza, e anche allora fu colpito da nefasti disturbi. Memore del precedente, prima dell’insediamento mangiò solo cracker, come annotò un cronista dell’epoca.

Ma ciò non impedì che anche lui fosse colpito dalla misteriosa malattia, che gli provocò forti disturbi gastrici che lo afflissero durante la cerimonia. Si riprese, conclude la Dvorak, ma “fu perseguitato da problemi di salute per gli anni a venire”.

La querelle se a causare tali problemi sia stato un virus misterioso o un tentativo di omicidio resta aperta, anche se la Dvorak, nello scriverne, più volte definisce complottisti quanti sostenevano la seconda opzione, ma resta che la nota del Washington Post, alquanto inusuale, getta ulteriori ombre su quanto potrebbe avvenire nel corso del giuramento di Donald Trump.

Gli invitati speciali al giuramento di Trump

Al di là di possibili attentati che, se sventati in quella sede, potrebbero funestare l’America altrove in concomitanza con il giuramento – gettando così ombre sulla futura presidenza – qualche cenno va speso sulla lista degli invitati, soprattutto per segnalare due presenze.

Tra gli invitati, infatti, spicca il vicepresidente della Cina Han Zheng, inviato personalmente da Xi Jinping in sua vece, così da far onore all’invito che gli era pervenuto direttamente da Trump.

Trump sta cercando di stabilire un feeling con Xi, con il quale si è intrattenuto telefonicamente ieri. “Mi aspetto che risolveremo molti problemi insieme e a partire da subito”, ha dichiarato il futuro presidente Usa annunciando la conversazione con il suo omologo cinese.

Trump ha comunicato che i due presidenti hanno parlato “di commercio, fentanyl, TikTok e altri argomenti e che la chiamata è stata ‘molto positiva’ per entrambi i Paesi”, riporta la Cnn. “Il presidente Xi e io faremo tutto il possibile per rendere il mondo più pacifico e sicuro!” ha chiosato Trump.

Trump holds ‘very good’ phone call with China’s President Xi

Da notare che la telefonata si è svolta in parallelo con l’intervento del futuro Capo del Dipartimento di Stato Usa Marco Rubio al Congresso, nel corso del quale ha affermato che la Cina è “il nemico più potente e pericoloso degli Stati Uniti”…

Tale distonia denota che la seconda amministrazione Trump sarà affetta, come la precedente, da una dialettica interna tra il presidente e i tanti falchi che è stato costretto a imbarcare per tentare di tenere a bada parte dei suoi feroci oppositori interni (molti nemici, molto onore è un motto tornato di moda, ma è più realistico, se si vuol sopravvivere a certi livelli, limitarne il numero).

Un altro invito di Trump ha attirato la nostra attenzione, quello di Aaron Teitelbaum, rabbino capo della comunità chassidica Satmar, profondamente anti-sionista (si ricorda come questi criticò aspramente Trump quando, nel primo mandato, riconobbe, a nome degli Stati Uniti, Gerusalemme come capitale di Israele, vedi il Timesofisrael).

Head of Satmar Hasidic sect slams US recognition of Jerusalem

Lo presenza di Teitelbaum è stata notata da Yedioth Ahronoth, che ha spiegato il motivo dell’invito, ovvero che Trump ritiene che la sua benedizione abbia dato un “contributo significativo” alla sua  vittoria elettorale, tanto che ha chiesto un’ulteriore benedizione prima del suo insediamento.

Tale invito può apparire secondario, ma non lo è affatto, soprattutto in un momento in cui forte ruggisce la spinta per la Grande Israele, che l’accordo tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco su Gaza ha solo momentaneamente, e a stento, trattenuto.

Trump invites anti-Zionist Satmar rabbi to White House meeting