Kerch: la strage “americana” di Crimea
Tempo di lettura: 2 minutiLa strage “americana” all’Università Politecnico di Kerch ha avuto tragica eco, anche se meno di quelle avvenute negli States.
La notizia ci è arrivata mentre scrivevamo di altro, ma sempre di Ucraina, ovvero della lacerazione religiosa che sta vivendo, sempre di questi giorni.
Una suggestione sinistra quella di accostare una guerra di religione che ha come obiettivo quello di distaccare ancora più Kiev da Mosca a una strage avvenuta in una regione ufficialmente russa, ma rivendicata dal governo ucraino (e per questo al centro di infuocate controversie internazionali).
Ma è solo una suggestione, null’altro, stante che la storia del giovane assassino della Crimea, Vladislav Rosljakov, ricalca quella dei tanti, troppi, sparatutto americani, usi a far strage nelle scuole d’oltreoceano.
Una Columbine in salsa ucraina, dunque, ma qui i ragazzi morti non sono ucraini ma russi, ché la Crimea è abitata per una stragrande maggioranza da russi.
Anche se a differenza degli sparatutto di cui sopra, l’assassino di Kerch prima della strage ha cancellato tutti i profili social. Un’anomalia stridente con altri crimini del genere. Tali personaggi amano spiegare al mondo la loro follia tramite i social.
Peraltro è spesso proprio grazie a tali profili che gli investigatori hanno trovato in passato contatti e tracce delle derive che hanno portato questi giovani al gesto inconsulto. Né, in genere, i giovani assassini hanno la lucidità per cancellare tali tracce pregresse.
Ovviamente non mancano accuse normalmente derubricate a dietrologia. Ma il fatto che le riporta La Repubblica merita una menzione: “un esperto di sicurezza internazionale interpellato dal canale Rossija 1 non ha escluso che Rosljakov fosse stato addestrato da ‘servizi di Paesi ostili'”.
[…] “Il senatore Franz Klintsevich, ex capo della Difesa della Duma, ha più esplicitamente ipotizzato ‘una pista ucraina’” (Repubblica, 16 ottobre, titolo: “La Crimea come il Colorado massacro a scuola, 19 morti”. Dettaglio perché non l’ho trovato su Internet, ma solo sul cartaceo).
Al di là delle anomalie e delle ipotesi più o meno dietrologiche, resta che la strage accresce tensioni in un Paese, l’Ucraina, fin troppo martoriato.