La necessità di un nuovo ordine mondiale che coinvolga la Cina
Tempo di lettura: < 1 minuteSull’Avvenire del 4 maggio viene recensito Leviatano Liberale, ultimo lavoro di G. John Ikenberry, tra i principali esperti di relazioni internazionali ed esponente di quella visione istituzionalista e liberale che paga tributo a quella di Woodrow Wilson. Ikenberry ritiene che nel XXI secolo l’era dominata dagli Usa stia per chiudersi e che, dunque, per garantire un nuovo ordine mondiale sia sempre più necessario un nuovo patto che coinvolga le potenze emergenti. Così il quotidiano, sul lavoro dello studioso: «Le sfide del XXI secolo, secondo Ikenberry, richiedono […] che l’ordine internazionale liberale venga rifondato da un nuovo patto, più esteso del precedente. E che l’autorità venga condivisa da un’ampia coalizione di Stati, tra cui naturalmente anche la Cina. Così non emergerà necessariamente un conflitto tra Washington e Pechino. Ma, più probabilmente, gli Stati Uniti riusciranno a inglobare la Cina nell’ordine liberale esistente. Una simile previsione può risultare forse ottimistica, anche perché tende a sottovalutare la fragilità economica del Leviatano a stelle e strisce. Ciò nonostante Ikenberry coglie un punto fondamentale, che molti osservatori “realisti” tendono a sottovalutare. E cioè il fatto che le grandi minacce del XXI non provengono da singoli Stati, ma da processi globali. Processi come il mutamento climatico, la proliferazione nucleare, la sicurezza energetica, le pandemie e il terrorismo, dinanzi ai quali l’enorme potenziale americano si rivela insufficiente e solo una cooperazione fra le grandi potenze può fornire risposte adeguate».