La Russia entra nella contesa del Pacifico
Tempo di lettura: 2 minuti«Le autorità giapponesi hanno contattato Mosca attraverso un canale diplomatico dopo che alcune navi della Marina russa sono state avvistate nei pressi dell’arcipelago conteso delle Senkaku
». Questa la sintesi dello stringato comunicato delle autorità russe ripreso dal sito Sputnik, che riferisce di un incidente diplomatico di non secondaria importanza.
Infatti le Senkaku, Diaoyu per i cinesi, sono isole del mar cinese meridionale da tempo oggetto di accesa contesa tra Pechino e Tokio: la prima ne rivendica la sovranità pur essendo sotto l’amministrazione della seconda.
Nota a margine. L’avvicinamento di navi russe alle isole Senkaku, non certo casuale, indica che un altro attore si è affacciato nella controversia del mar cinese meridionale, che oppongono il Dragone ai vari Stati asiatici che vi si affacciano (dei quali Washington si erge a protettore contro l’invadenza, vera o presunta, cinese). Una tutela, quella degli Stati Uniti, che dal punto di vista di Pechino sottende una strategia volta al contenimento del gigante asiatico (vedi anche nota precedente).
La mossa russa sembra indicare che Pechino non è sola in questa contesa, e che può contare sull’appoggio della Russia, il cui apparato militare è molto più avanzato del suo vicino asiatico.
La notizia va letta in un contesto più ampio: il sito Sputnik, all’inizio di giugno, ha riferito che Mosca ha intenzione di costruire entro il 2020 nuove basi navali sulle isole Curili, una priorità nazionale secondo il ministero della Difesa.
Iniziativa che dà la misura del cambiamento epocale della geostrategia russa, che ha sempre considerato il Pacifico come area di interesse poco rilevante rispetto alla sua proiezione europea.
Il fatto è che tale area è diventata cruciale per il commercio mondiale e la Russia non si può permettere di rimanerne esclusa. Non solo: le divergenze parallele che le dividono dall’Occidente hanno fatto di Mosca e Pechino due partner necessari: e più aumenta il contrasto, più le loro relazioni diventano necessarie.
Da qui l’appoggio russo al Dragone nell’accesa contesa marittima, anche se Mosca dovrà evitare un eccessivo coinvolgimento per non accrescere ulteriormente il contrasto con l’Occidente: non può permettersi l’apertura di altri fronti.
Difficile prevedere gli sviluppi. Ma se qualche oscuro dottor stranamore nella sua follia aveva immaginato di poter risolvere la controversa questione pacifica attraverso un conflitto (ci si perdoni il gioco di parole), più o meno limitato, deve tener conto che lo scenario sta cambiando. E anche i rapporti di forza.