La Timoschenko: un'atomica sulla Russia
Tempo di lettura: < 1 minute«Bisogna tirargli una bomba atomica»: così Julija Timoschenko al telefono con un deputato ucraino subito dopo l’invasione della Crimea da parte russa. È il contenuto di un’altra telefonata intercettata, di quelle che stanno scandendo la crisi ucraina, di quelle che dicono tanto. D’altronde dopo che la Nsa americana ha intercettato per anni tutto e tutti, come da scandalo Snowden, nel caso ucraino sembra avverarsi il detto: chi di spada ferisce di spada perisce. Nel caso specifico, la Timoschenko ha dichiarato che la sua, di conversazione, è vera ma manipolata sul punto in questione. Ma le precedenti intercettazioni che hanno accompagnato la crisi ucraina, giudicate veritiere anche in Occidente, la smentiscono. D’altronde in altro passaggio della telefonata, spiegava al telefono che i russi «hanno oltrepassato ogni limite… bisogna ammazzarli tutti, insieme alla loro guida». Passaggio che ricalca il precedente con l’aggiunta di una sfuriata contro Putin (nel corso della telefonata sarà ancora più esplicita: «prenderei io stessa l’Avtomat (un fucile d’assalto, ndr) e sparerei in fronte a questo stronzo…»). E ancora: «Bisogna sparare! Chiamo tutte le conoscenze che ho nel mondo appena posso… così della Russia non resterà neanche un campo».
La telefonata, la cui trascrizione abbiamo ripreso dal Giornale.it, oltre a illustrare la statura morale dell’eroina celebrata dai media occidentali, getta un’ombra di inquietudine, dal momento che il primo ministro ucraino Arseniy Yarsenuk, andato al potere sulla spinta di piazza Maidan, è uomo della Timoschenko.