L'Africa, i narcos e il terrorismo
Tempo di lettura: < 1 minuteIn un mondo più povero, il mercato della droga si adatta e punta sulle «più economiche droghe sinetiche». Spiega un articolo di Lucia Capuzzi pubblicato su Avvenire del 27 novembre. Queste droghe «presentano un altro vantaggio considerevole: le pasticche possono essere fabbricate ovunque. Invece di portare il prodotto finito, i narcos hanno deciso di delocalizzare la produzione riducendo così i costi di trasporto e il rischio di intercettazione dei carichi. E hanno individuato un trampolino di lancio vicino e relativamente sicuro: l’Africa.
Il continente si è così trasformato nell’Hub principale per la fabbricazione e lo stoccaggio delle pasticche dirette in Europa. O in Giappone o perfino negli stessi Stati Uniti (…). L’Africa, per la sua collocazione geografica, la porosità dei confini, la corruzione endemica, è un eldorado per i gruppi criminali». In questi ultimi anni i narcos, continua l’articolo, hanno costituito solidi legami d’affari con le bande locali, comprese «quelle legate ai gruppi terroristici di matrice islamica che forniscono appoggio logistico».