20 Dicembre 2014

Le ambiguità delle grandi potenze nella guerra al terrore

Le ambiguità delle grandi potenze nella guerra al terrore
Tempo di lettura: < 1 minute

«Le grandi potenze non sono sincere nella guerra al terrore. Perseguono politiche strategiche, ma se hai dei doppi standard, se per esempio appoggi un gruppo militare in Siria e un altro in Afghanistan per scopi strategici, allora la pace non può essere raggiunta». Questa considerazione è di Ziauddin Yousafzai, il padre di Malala (la ragazza pakistana aggredita dai talebani mentre andava a scuola, insignita del Nobel per la pace), a commento della strage di bambini avvenuta in Pakistan.

L’accenno di Yousafzai è stato riportato da Viviana Mazza sul Corriere della Sera del 19 dicembre in un articolo dal titolo: Malala e la strage dei bambini “Un trauma, li credeva sicuri”.