Le autorità religiose di Gerusalemme condannano la strage in sinagoga
Tempo di lettura: 2 minutiIeri la sinagoga di Har Nof di Gerusalemme, luogo nel quale si è consumata la strage di fedeli ebrei ad opera di un commando di estremisti islamici, è stato teatro di un insolito raduno: «Leader religiosi ebrei, musulmani, greci-ortodossi e cristiani latini
» sono convenuti nel luogo di culto ebraico per condannare il recente eccidio.
Ne ha dato notizia la Stampa del 20 novembre, autore del resoconto Maurizio Molinari: «Al termine lo sceicco Muhammad Kiwan, presidente del Consiglio islamico di Israele, riassume alle tv il messaggio collettivo: “Siamo venuti qui per condannare l’assalto contro una casa di Dio, chi uccide un’altra persona non è un martire, bensì si allontana da Dio”. Vicino a lui, il rabbino Michael Malchior aggiunge: “Vogliamo impedire guerre religiose”. Il Presidente [israeliano ndr] Rivlin sfrutta un’intervista tv per rilanciare il messaggio: “Israele non è in guerra con l’islam, abbiamo un conflitto con i palestinesi che deve essere risolto, ma non è e non deve diventare una guerra religiosa
».
Nota a margine. Un gesto confortante quello avvenuto ieri a Gerusalemme, che può portare spiragli di speranza in un momento di dolore e di incertezza riguardo il futuro, non solo in Medio Oriente. Per inciso, sempre ieri, il Parlamento spagnolo, con votazione solo consultiva, ha votato all’unanimità a favore del riconoscimento dello Stato della Palestina, cosa già avvenuta in altri due Stati europei, Inghilterra e Irlanda, mentre la Svezia lo ha riconosciuto ufficialmente. Non sappiamo se queste decisioni porteranno a qualcosa di concreto, ma potrebbe aiutare (questa almeno l’intenzione di tale riconoscimento) a far intraprendere a israeliani e palestinesi quel «sentiero di un compromesso possibile» di cui parlava ieri Tobia Zevi in un’intervista al Corriere della Sera.