l'Europa, la Russia e le spinte estremistiche che non aiutano la distensione
Tempo di lettura: < 1 minuteUna voce «fuori dal coro», come dice lei stessa: Hélèlene Carrère d’Encausse, segretario perpetuo dell’Accadémie Française, è una storica di alto lignaggio, la prima a ipotizzare, nel 1978, la fine dell’Impero sovietico. In un’intervista al Corriere della Sera del 28 aprile parla della situazione Ucraina. Putin vuole una terza guerra mondiale? «È un uomo più prudente di quel che sembra – risponde la storica – la vicenda dell’Ucraina non l’ha creata certo Putin, la manifestazioni di Piazza Majdan a Kiev sono iniziate da sole, e la parte orientale dell’Ucraina è davvero filorussa. Putin può essere tentato, dopo la Crimea, di prendere anche il corridoio di Donestk per assicurarsi continuità geografica, ma sembra esiti. L’Europa dovrebbe trattare con Kiev e Mosca, senza lasciarsi influenzare dagli Stati Uniti e dalla Nato».
E ancora: «L’Europa è divisa tra i Paesi fondatori più equilibrati e i nuovi arrivati, come Polonia e Stati baltici, che sono troppo filoamericani e antirussi e rendono più estrema la posizione di Bruxelles».
(Titolo dell’intervista «Putin? Sa di non poter essere un gentile democratico»).