20 Marzo 2025

Levy: i crimini di Gaza e quelli dei media

Ai crimini di Gaza fa pendant la censura, altrettanto criminale, dei media israeliani, scrive Levy. Un j'accuse che non può essere limitato a Israele...
di Davide Malacaria
Levy: i crimini di Gaza e quelli dei media
Tempo di lettura: 4 minuti

Gideon Levy verga un j’accuse di fuoco sulle pagine di Haaretz, stavolta non solo contro gli orrori che Israele sparge a piene mani a Gaza, ma anche contro i media israeliani che censurano quanto sta accadendo. Una censura dilagata anche in altre latitudini, anche se declinata diversamente.

Israel's Media Still Has the Audacity to Conceal Gaza's Horrors, but Showing It Won't Stop the War

Censura criminale

I media mainstream occidentali non possono ignorare le notizie. Gli basta evitare approfondimenti non graditi; il servizio o l’articolo, solo la mera cronaca, messo là, tra una notizia e l’altra, raccontare una guerra e non un genocidio, evitando immagini troppo raccapriccianti che Gaza produce in quantità industriale. Dare la conta dei miliziani di Hamas uccisi, fonte Israele, così che le vittime civili appaiano tristi ma inevitabili danni collaterali e altro ancora.

Di tanto in tanto, raramente e più che raramente, infilare un articolo o un servizio che dia conto delle brutalità che si consumano nella Striscia, così da tacitare quanti lamentano l’edulcorazione.

Al di là delle nostre considerazioni, la parola a Levy: “All’elenco dei crimini [commessi da Israele], ora più che mai bisogna aggiungere quelli dei media israeliani. Israele sta violando consapevolmente e maliziosamente un accordo internazionale firmato e sta lanciando un attacco selvaggio e sfrenato contro la Striscia di Gaza […]”.

Civili: non più danni collaterali, ma target specifici

“Israele ammette che questa volta gli obiettivi non sono i terroristi ma i civili (1), un esplicito crimine di guerra. Si tratta di uccidere per il gusto di uccidere, con l’obiettivo di riaccendere la guerra e preservare la coalizione del Primo ministro Benjamin Netanyahu benché già da molto tempo sia stata raggiunta la meta della vendetta e della punizione per l’attacco del 7 ottobre 2023”.

“Niente di tutto questo verrà raccontato dai media israeliani: corpi mutilati caricati su carretti trainati da asini, pick-up e auto private o trasportati a mani nude; adolescenti che scavano tra le macerie con martelli e a mani nude, senza nessun mezzo pesante, nel tentativo disperato di salvare i sopravvissuti e recuperare i resti dei morti; feriti che giacciono sanguinanti sui pavimenti sporchi di quelli che un tempo erano ospedali; bambini vestiti di stracci che cercano i genitori; genitori vestiti di stracci che trasportano i corpi dei loro figli”.

“Decine di migliaia di palestinesi stanno di nuovo intraprendendo un esodo per aver salva la vita: maree umane che trascinano i resti del loro mondo sulle spalle, fuggendo verso il nulla. Auto sbuffanti e carretti che crollano e gemono sotto il peso degli sfollati e dei loro pochi averi; decine di migliaia di rifugiati in fuga per la seconda, terza volta, senza più un posto dove scappare”.

Le colpe dei media

“Amputati su sedie a rotelle improvvisate si trascinano sulla sabbia, mentre gli anziani giacciono sui cofani delle auto. I resti delle famiglie che hanno perso i propri cari nel primo round di combattimenti stanno ora perdendo quanti sono rimasti in vita. Il terrore dei bombardamenti e la paura della morte incombono su tutti”.

“Niente di tutto questo è apparso nella maggior parte dei media israeliani degli ultimi due giorni. Solo gli ostaggi e i pericoli che affrontano a Gaza. La preoccupazione per loro è comprensibile e giustificata, ma che dire dei più di due milioni di abitanti di Gaza. E loro? Le loro vite sono sacrificabili semplicemente perché non sono israeliani? Sono tutti terroristi, persino i bambini non ancora nati delle donne incinte che fuggono per salvarsi la vita? Le loro sofferenze non dovrebbero essere denunciate? Il loro destino non dovrebbe essere rivelato?Questa negligenza del dovere, questo tradimento criminale da parte dei media, non può più essere perdonato […].”

“È giusto che Gaza sia ancora una volta cancellata dalla vista? È giusto che ciò che vi sta accadendo sia nascosto, negato e soppresso? Tutto solo per dare soddisfazione e intrattenere l’opinione pubblica e, Dio non voglia, evitare di turbarla?”

Pietà l’è morta

“Se i media israeliani avessero svolto il loro ruolo fondamentale e mostrato la realtà di Gaza negli ultimi due giorni è improbabile che il cielo sarebbe crollato o che sarebbero cambiate le opinioni. Deve ancora nascere  il bambino palestinese, l’orfano, l’amputato che tocca il cuore del mainstream israeliano, che trova giustificazione e legittimità per ogni ingiustizia”.

“Molti israeliani credono che Gaza meriti tutto questo, che nessuno che vive lì sia veramente innocente, che tutti i gazawi siano colpevoli del loro destino. Ma il privilegio di guardare altrove, e soprattutto di rifiutarsi di mostrare, non può più essere tollerato. Hai ucciso, hai distrutto, hai espulso, hai raso al suolo, come minimo mostralo! Da dove viene questo coraggio di nascondere? Questo sfacciato rifiuto persino di guardare?”

“Andate avanti e festeggiate di fronte a ogni orfano di Gaza traumatizzato, gioite per ogni casa distrutta, ridete di ogni padre che bacia il corpo del figlio morto, gioite per ogni amputato costretto su una sedia a rotelle, cantate i vostri canti di vittoria. Ma almeno mostrate – e vedete – cosa abbiamo fatto. Mostrate cosa continuiamo a fare loro”.

Distruzione totale

Per inciso, il ministro della Difesa Israel Katz, al quale è vicino il Capo di Stato Maggiore dell’esercito di recente nomina, ha ordinato ai palestinesi della Striscia di espellere Hamas, altrimenti affronteranno “una devastazione totale“. I palestinesi non hanno possibilità di fare quanto richiesto. È genocidio.

Israeli Defense Minister Threatens ‘Residents of Gaza’ With ‘Utter Destruction and Devastation’

(1) Una fonte ha rivelato ad Haaretz il cambiamento di strategia deciso da Netanyahu: i target specifici delle bombe non sono più solo i terroristi, ma tutte le figure che Israele reputa che ricoprano un qualche ruolo civile a Gaza, che vengono ovviamente associate ad Hamas (una lista ad ampio spettro).

Tale strategia, scrive Haaretz, mira a degradare il potere di Hamas a Gaza nell’idea di aprire spazi alle bande organizzate perché prendano in gestione la Striscia. Si può osservare come le persone prese di mira non abbiano tunnel nei quali rifugiarsi e siano attorniati da civili comuni. Infine, l’idea di affidare le sorti degli abitanti di Gaza alla criminalità organizzata, perché di questo si tratta, appare più che commendevole.

IDF Targeting Hamas' Civil Leadership to Undermine Its Ability to Control Gaza