30 Settembre 2024

Libano: si approssima l'invasione di terra

A oggi si parla di un'invasione limitata. Ma si fa presto a superare i limiti, come dimostra quanto sta accadendo
Libano: si approssima l'invasione di terra
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Il mondo è “più sicuro” dopo l’uccisione di Nasrallah. Questo il commento di Tony Blinken all’assassinio del leader di Hezbollah. Abbiamo scritto altre volte di come Blinken sia il peggior Segretario della storia degli Stati Uniti, giudizio che queste parole confermano appieno, dal momento che il Medio oriente sta attraversando il momento più pericoloso della sua storia, date anche le atomiche israeliane, con rischi evidenti per il mondo intero.

Al di là delle dimenticabili esternazioni del personaggio, semplice pedina nelle mani dei falchi israelo-statunitensi, resta che la situazione sembra evolversi verso un’invasione del Libano, operazione annunciata da Israele e confermata dagli Stati Uniti. Da capire quale sarà la portata.

Libano: invasione limitata?

Ad oggi si parla di un’operazione limitata, come riferisce il Washington Post, che ha ottenuto un’indiscrezione che ha un qualche fondamento. Dopo aver sbandierato ai quattro venti che l’invasione avverrà, Israele non può non farlo, pena un vulnus al suo prestigio, che da quelle parti è visto come qualcosa di analogo alla capacità di deterrenza.

Israel appears ready for limited invasion of southern Lebanon, U.S. official says

Allo stesso tempo, è probabile che abbia paura che un’assalto massivo provochi perdite eccessive nel suo esercito, da qui la possibilità che un attacco limitato sia più appetibile.

Un successo misurato, unito al successo eclatante dato dall’assassinio del leader di Hezbollah potrebbe essere bastevole per Netanyahu, che con tale omicidio ha guadagnato un enorme consenso in patria, suggellato ieri dal ritorno all’ovile di Gideon Sa’ar e dei parlamentari che l’avevano seguito tra le fila dell’opposizione, sviluppo politico che gli assicura una maggioranza blindata.

Netanyahu, cioè, potrebbe accontentarsi di questo trionfo, che una perdita eccessiva di soldati potrebbe minare. Allo stesso tempo, si potrebbe crogiolare nel vedere l’Iran sprofondato in una sanguinosa guerra civile, scenario che prefigura l’insolito messaggio che ha voluto inviare ai cittadini iraniani nel quale preannuncia la prossima fine della teocrazia, che inaugurerebbe un’era di pace tra i due popoli (sic).

Peraltro, tale scenario da guerra civile potrebbe essere innescato dall’assassinio dell’ajatollah Khamenei, opzione che evidentemente aleggia se è vero che il più alto rappresentante della religione islamica sciita è stato trasferito in un luogo sicuro.

Di Terrore e guerra senza fine

Quanto alla fama di leader del Terrore ascritta dai media mainstream a Nasrallah, sia lecito ricordare che è stato ucciso da un Paese che ha sulla coscienza 17mila bambini morti ammazzati, numeri che neanche nelle fantasie più sfrenate vengono ascritti all’antagonista.

Peraltro, tale accusa viene mossa mentre Israele continua a martellare i palazzi di Beirut, uccidendo centinaia di civili, tra cui donne e bambini, a fronte di un nemico che finora ha evitato di fare altrettanto, non prendendo deliberatamente di mira obiettivi civili. Sempre in tema di Terrore, lapidario il titolo di un articolo di Haaretz: “Israele sta portando il suo terrorismo di Stato da Gaza e dalla Cisgiordania al Libano”.

Israel Is Bringing Its State Terrorism From Gaza and the West Bank to Lebanon

Al di là della digressione, e per tornare all’invasione del Libano, è inutile aggiungere che un’offensiva limitata può sempre deragliare dai binari, allargandosi a dismisura, sempre che non sia proprio questo l’obiettivo (cioè una guerra che si dipana attraverso escalation successive, dinamica che si riscontra nelle guerre infinite).

Peraltro, dopo aver eliminato Nasrallah, è molto più difficile trovare un interlocutore con cui trattare, e magari arrivare a un accordo di pace, tra le fila di Hezbollah. Nasrallah era carismatico e le sue decisioni erano accolte senza fiatare da tutti i dirigenti del movimento, che egli poteva riorientare in breve tempo a seconda del momento. Lo scrive Odeh Bisharat su Haaretz in un articolo in cui evidenzia tale nefasta conseguenza dell’omicidio. Significativo il sottotitolo della sua nota: “L’ossessione di Israele di assassinare i suoi nemici da Beirut a Teheran causerà una guerra senza fine”.

In realtà, questa guerra senza fine è iniziata oltre cinquant’anni fa in danno dei palestinesi, ai quali è negata la patria che la comunità internazionale aveva pure assicurato nonostante il torto subito a beneficio dei sopravvissuti dell’Olocausto (querelle lacerante, quest’ultima, nella quale non entriamo).

 Israel's Obsession With Assassinating Its Enemies From Beirut to Tehran Will Cause a Forever War