L'impero d'Occidente e la stagione dei golpe
Dopo il fallito, per ora, colpo di Stato nella Corea del Sud, quello in via di evoluzione in Romania. La Corte Suprema ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali nelle quali aveva vinto il deputato non allineato Calin Georgescu, accusato di essere vicino ai russi, in opposizione a Elena Lasconi che avrebbe dovuto vincere le libere elezioni democratiche perché filo-europea.
Dopo una serie di pronunciamenti nei quali la Corte aveva confermato la regolarità del voto pregresso, rigettando le istanze degli sconfitti, oggi la decisione di annullarle per asserite influenze russe.
A stare ai primi resoconti dell’Ansa, la Corte sarebbe stata edotta che Tik Tok aveva offerto condizioni di favore alla campagna di Georgescu. Motivazione talmente risibile che presto ne arriveranno altre, vere o false che siano, che diano legittimità al colpo di stato. Domenica si sarebbe dovuto tenere il secondo turno e i sondaggi davano Georgescu in testa, da cui la decisione di adire a un atto di forza.
Quanto avvenuto in Romania arriva a pochi giorni dal tentativo di golpe consumatosi in Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk Yeol aveva dichiarato la legge marziale contro i communisti (con due emme) delle opposizioni, per poi ritirarlo dopo che la maggioranza del parlamento aveva votato un mozione che annullava la decisione.
Nonostante questo, i parlamentari avevano notato che la revoca della legge marziale, che avrebbe dovuto giungere in breve, è arrivata solo dopo sei ore, cioè con colpevole ritardo, che Yoon ha spiegato con motivazioni tecniche.
In realtà, aveva tentato di resistere alla decisione del parlamento, ma non c’era riuscito. Detto questo, a quanto pare non si è dato per vinto e fonti sudcoreane hanno fatto filtrare che, avvalendosi dell’esercito, potrebbe tentare un nuovo colpo di mano.
Voci che sembrano confermate dall’allarme lanciato dal leader del suo stesso partito (il People power party) Han Dong-hun, il quale ha dichiarato che Yoon potrebbe costituire un “pericolo per i cittadini” se non viene dimesso dall’incarico, decisione peraltro sollecitata dopo il fallito golpe e rigettata dall’interessato, che in una nazione civile dovrebbe essere già stato consegnato alle patrie galere.
Ma Yoon gode della fiducia degli americani, che in Corea del Sud hanno un massivo schieramento e controllano, di fatto, le forze armate del Paese cliente, che in caso di guerra passerebbero sotto il suo comando. Da qui la resistenza estrema.
Il partito democratico, all’opposizione ma maggioritario in parlamento, oggi ha presentato una mozione di impeachement e parte del People Power party dovrebbe votarla, almeno a stare alle dichiarazione del leader del partito e alle notizie dei media. Ma la situazione resta tesa e le sorprese ancora possibili.
Peraltro, anche quanto avvenuto in Francia appartiene a tale deriva illiberale, con un presidente della repubblica che non ha il minimo consenso popolare e che impone un presidente del Consiglio inviso alle forze che hanno vinto le elezioni quindi, quando questi è sfiduciato da una convergenza destra-sinistra, invece di dimettersi per aver fallito il golpe democratico e indire elezioni presidenziali, annuncia che sarà sempre lui a scegliere un altro premier… siamo tornati al tempo delle repubbliche delle banane, anche se in tutt’altra latitudine.
Si nota un certo nervosismo nel campo occidentale, dove certe pulsioni anti-democratiche, presenti e forti da tempo, iniziano a manifestarsi nella loro bruta realtà, che se non arginata tracimerà in qualcosa di molto peggio.
Sviluppi da seguire, tenendo conto che pure resistono residue forze democratiche, come denota anche la posizione di parte del People Power party, che ha appoggiato la mozione che annullava la legge marziale e sembra voglia votare l’impeachment.
Temi caldi quanto drammatici, ci torneremo.
Ps. Abbiamo usato Occidente in senso lato, come concetto che ricomprende gli Stati che si riconoscono in tale Impero e ne riconoscono la primazia a Washington (Stati che negli Usa vengono ricompresi nell’ecumene delle nazioni clienti).