L'is applica lo "shock and awe" imparato dagli Usa
Tempo di lettura: 2 minutiNella sua campagna del terrore, «l’Is applica con calcolo la strategia dello “shock and awe“, del colpisci e terrorizza, per riprendere la famigerata frase di Rumsfeld [ex ministro della Difesa Usa ndr.] durante la guerra in Iraq. Si tratta di prendere a bersaglio, letteralmente, la popolazione, d’infondere il terrore nelle zone che l’Is controlla»
. Così Vali Nasr, consulente del Dipartimento di Stato Usa e uno dei massimi esperti del mondo islamico sulla Repubblica del 26 febbraio, in un’intervista nella quale spiega che «l’Occidente trova più facile appuntare la responsabilità all’Islam, anziché riconoscere che questo è il prodotto della guerra civile in Siria e Iraq».
Di seguito Nasr accenna alla «ipocrisia del mondo occidentale: Paesi come l’Arabia Saudita e il Qatar, i primi responsabili dell’estremismo in Siria e della proliferazione dell’ideologia salafita nel mondo sono trattati come parte della soluzione, anziché del problema. L’Arabia Saudita da decenni finanzia fondamentalismi d’ogni tipo. Ma se l’Europa e l’America sono tanto scontenti, perché non intervengono? Quanti hanno richiamato gli ambasciatori per protestare?».
Nota a margine. Considerazioni di sicuro interesse, al di là di quell’accenno alle guerre civili in Iraq e Siria, che invece tanto civili non sono state (né sono), dal momento che la guerra in Iraq nasce solo dopo l’intervento Usa e quello siriano è un conflitto eterodiretto, nato per porre fine al regime di Assad. Colpisce molto, nello specifico, quell’accenno allo “shock ad awe” che fu dottrina nella guerra irachena. Insomma l’Is ha imparato la tecnica del terrore dagli Stati Uniti d’America. Quando si dice convergenze parallele…