L'Isis e le ambiguità turche
Tempo di lettura: 2 minutiIn un articolo dedicato alla campagna militare che si dipana in questi giorni in funzione anti-Isis in Iraq e Siria, Maurizio Molinari, sulla Stampa del 18 novembre, dettaglia le operazioni dispiegate dai vari Stati: dalla Francia agli Stati Uniti, dall’Iran (circa 21.000 uomini) alla Russia.
Interessante l’accenno alla Turchia, che riportiamo: «Almeno 12.000 soldati turchi sono ai confini con la Siria. Aspettano l”ordine di entrare per creare una “No fly Zone» dove ospitare i rifugiati. Ankara la presenta come un passo anti-Isis ma ciò che più le preme è ostacolare i guerriglieri curdi in Siria e Iraq, affinché non formino una regione autonoma. Per impedirlo, Ankara è pronta all’invasione. I raid aerei turchi contro Isis si contano sulle dita di una mano: decollati per colpire il Califfo, arrivano a destinazione contro le basi dei curdi
».
Nota a margine. Tanti interrogativi su queste righe. Riguardo la creazione di una “No fly Zone” in Siria, che oltre dalla Turchia è stata richiesta a più riprese anche da ambiti politici americani, Obama ha risposto con una constatazione banale: non serve per il semplice motivo che l’sis «non ha l’aviazione». Già, a che serve? Di fatto impedirebbe la copertura aerea alle operazioni di terra contro l”Isis dei siriani e dei loro alleati (curdi, hezbollah, iraniani), favorendo così le Agenzie del terrore… Così torniamo a formulare la domanda: perché tale richiesta?
Nel descrivere la campagna anti-curda dei turchi, Molinari non può che constatare che essa «indebolisce la coalizione»: un eufemismo per tacere, diplomaticamente, che essa favorisce l’Isis, che proprio nelle milizie curde trovano un fattore di contrasto notevole.
Ambiguità che si sommano ad un’altra, ben nota. Franco Venturini sul Corriere della Sera di oggi, in un articolo nel quale ripercorre anche le denunce di Putin al G20, accenna all’indiretto monito del Presidente russo verso Ankara riguardo i «traffici anche petroliferi che tuttora vi si svolgono».
Per molto meno alla Russia sono state imposte sanzioni… Sommessamente, piace ricordare che la Turchia aderisce alla Nato, che obbliga i Paesi membri a un mutuo aiuto militare. Come anche la Francia, dove la follia Isis ha fatto strage.