L'isolamento di Morsi e la difficile transizione egiziana
Tempo di lettura: < 1 minute«L’ultimatum dell’esercito al presidente egiziano Morsi è l’ultimo passo verso l’isolamento politico completo del governo. Oltre al nuovo vigore delle forze laiche del Paese, uniti come mai nel loro “no”, colpisce l’isolamento nei confronti delle altre forze islamiche. I pochi sostenitori della Fratellanza musulmana che si erano dati appuntamento nei giorni scorsi presso la moschea di Rabaa al-Adawiyya non hanno potuto nulla contro i milioni nelle piazze di tutte le città. E poco possono davanti ai silenzi tattici dei salafiti e alle posizioni equidistanti e attendiste dell’Azhar, la più importante Università del mondo islamico, con sede al Cairo. Il largo fronte di forze religiose uscite uscite dalle elezioni mostra ora più che mai la sua avversione verso le scelte di un presidente come Morsi che non ha voluto né saputo allargare il consenso». Così Roberto Tottoli sul Corriere della Sera del 2 luglio, che ben rappresenta la complessità egiziana, in cui i vari protagonisti della società civile – Fratellanza islamica, varie fazioni dell’opposizione, esercito, salafiti, Al Azhar – stanno dando vita a una sorta di partita a scacchi di imprevedibile sviluppo.