Lo scrittore pakistano e la guerra ai Taliban
Tempo di lettura: < 1 minuteUn’opinione interessante a commento della strage di bambini avvenuta in Pakistan, si legge in un’intervista rilasciata da Mohsin Hamid alla Repubblica del 17 dicembre. E riguarda la guerra contro i taliban, sulla quale lo scrittore pakistano accenna a un cauto ottimismo: «Ottimista forse è troppo. Ma ci sono segnali interessanti. L’Afghanistan è stato per anni lo scenario di una guerra a distanza fra India e Pakistan, con New Delhi che appoggiava Karzai e Islamabad i Taliban. Ma ora l’India e Pakistan vogliono fermare l’escalation e anche gli Stati Uniti hanno cambiato strategia. Archiviato il fallimentare intervento diretto, si muovono dietro le quinte e questo potrebbe funzionare. Le perdite inflitte ai Taliban in questo ultimo periodo sono la dimostrazione del cambiamento, ma purtroppo stragi come quella di Peshawar sono il prezzo della vendetta».
Nota a margine. Abbiamo riportato questo brano dell’intervista perché accenna alle ambiguità con le quali si è affrontato finora l’estremismo di marca talebana. E sulla condivisibile opinione riguardo l’intervento armato Usa in Afghanistan, che ha portato più caos di quanto già ce ne fosse. Come altrove, purtroppo, in questo decennio di interventismo militare.