La Luna, l'Apollo 11 e il film di Kubrick
Tempo di lettura: 3 minutiI 50 anni dallo sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna sono motivo di orgoglio per l’America, che in quel fatidico ’69 assestava un colpo irreversibile alla superpotenza rivale, dal quale non si sarebbe più rialzata. E indicava al mondo che il futuro era saldamente nelle mani degli Stati Uniti.
Insieme alla Luna, infatti, Washington, grazie all’Apollo 11, si sarebbe presa anche la Terra. O almeno così speravano quanti avevano investito tempo e risorse per l’epica impresa.
Su tale avventura non è mancato negli anni il complottismo, che ha una sua variegata fenomenologia.
I nastri magnetici dell’Apollo 11
Un fenomeno che nel caso dell’Apollo 11 si nutre delle tante incongruenze, vere o presunte che siano, che accompagnano le umane avventure. Non solo i difetti dei filmati dell’allunaggio, anche la distruzione delle riprese originali, quelle fatte dagli astronauti.
L’errore fu scoperto per caso, nel corso di un’inchiesta interna condotta nel 2006 dall’Agenzia spaziale, la quale rivelò che tutti i preziosissimi nastri magnetici originali, che avrebbero potuto fornire ulteriori informazioni se analizzati con le tecniche moderne, erano stati smagnetizzati per essere riutilizzati. Questioni di budget, si spiegò con evidente imbarazzo (Reuters).
Nell’archivio della Nasa sono ora custoditi altri filmati, riprodotti dalla Lowry Digital. Come si legge in un articolo di Debra Kaufman, per Studiodaily, la Lowry Digital non ha lavorato “con i filmati d’archivio originali, apparentemente smagnetizzati e riutilizzati”, ma sulle immagini trasmesse dalla Luna alla Terra e con riproduzioni “rintracciate” dalla Nasa “in tutto il mondo, registrate in una varietà di formati”.
Insomma, le immagini che ci restano sono solo un simulacro degli originali, anche se ben più definite grazie alla tecnologia moderna. E valgono più o meno quanto i filmati dell’archivio della Rai.
Il film di Kubrick
Ma ci sono, o ci potrebbero essere, anche altri filmati d’epoca, di certo interesse. Lo racconta nel suo libro Giancarlo Mazzuca (Quel giorno sulla Luna, edizioni Minerva), che, rigettando le tesi complottiste, dato che avrebbero dovuto far parte del complotto le decine di migliaia di persone impegnate nel progetto, rivela un particolare inedito.
C’era il timore di un fallimento della missione, che gli Stati Uniti non potevano permettersi dato il disastroso ritorno di immagine che ne sarebbe conseguito. Da qui l’idea di un “piano B”.
Così Alessio Ribaudo, sul Corriere della Sera del 17 luglio, sintetizza il testo di Mazzuca: “In pratica, l’Apollo 11 avrebbe orbitato attorno alla Terra mentre, in un set cinematografico, sarebbe stato realizzato un ‘finto allunaggio’ grazie alla Metro Goldwin Mayer a Londra con la regia di Stanley Kubrick. Gli astronauti? Tre agenti della Cia che poi finirono in Vietnam. Così come erano agenti segreti tutti i componenti della troupe”.
Non ci fu bisogno di questo “falso d’autore” e di questo filmato “non si è saputo più nulla”. Tale vicenda sembra spiegare una famosa fotografia scattata nel 1965 alla Nasa, che vede i responsabili del progetto Apollo 11 in compagnia di Kubrick – che nel ’68 diresse il fanta-realistico 2001 Odissea nello spazio – e del famoso scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke.
Non si comprende se tale falso d’autore sia stato realizzato, se cioè fosse pronto per l’uso in caso di inconvenienti – nel caso, ovviamente, avrebbe dovuto essere girato prima dell’inizio della missione, non si poteva lasciar spazio agli errori della “diretta” – o se l’idea sia stata semplicemente abbandonata.
A tutt’oggi, i vari protagonisti dell’epopea si sono limitati a rigettare dubbi e complotti. Ma sarebbe davvero interessante sapere se davvero Kubrick abbia fatto quel film. Si tratta di un pezzo di storia, peraltro firmato da due veri maestri, quali Clarke e Kubrick.
A suggerire a Nixon l’idea di una narrazione alternativa da dare in pasto al mondo fu il suo collaboratore Donald Rumsfeld, che avrebbe fatto una fulgida carriera divenendo uomo di punta dei neocon nell’amministrazione di George W. Bush.
Come ministro della Difesa diede un contributo notevole alle “guerre infinite” e all’idea della necessità di alimentare un “caos creativo” al fine di creare un nuovo Medio Oriente. Evidentemente l’uomo non difettava in fantasia, purtroppo ben più nefasta di quella dispiegata dai vari complottisti.
Nella foto in evidenza, Nixon e l’allunaggio