Mentre il Congo viene devastato l'Onu "guarda e constata"
Tempo di lettura: < 1 minute«Conoscete il Kivu? Vi si svolge un dramma (…). Dopo milioni di morti e altre milioni di vite devastate. Un dramma che la comunità internazionale può arrestare. All’istante. Basta dare l’ordine ai diciassettemila soldati (in missione per conto dell’Onu ndr.) di fare il loro mestiere e adempire al loro mandato». Inizia così l’appello che il vecchio presidente francese Jaques Chirac, la signora Valérie Trierweiler (compagna dell’attuale presidente francese François Hollande e ambasciatrice della Fondazione Mitterand) e altre personalità, tra cui l’ex pugile Muhammad Alì, hanno indirizzato all’Onu il giorno di Natale tramite le pagine del quotidiano francese Le Monde.
I 17.000 soldati della missione dell’Onu per la stabilizzazione in Rdc, continua l’appello, senza un mandato ad agire da parte dell’Onu, «guardano e constatano».
Intanto «L’orrore, in questi ultimi giorni, è salito di un nuovo gradino. Squadroni del gruppo battezzato M23 fanno incursioni a Goma e seminano il terrore nella sua periferia (…). Devastano e uccidono. E stuprano. E stuprano migliaia di donne e bambini per terrorizzare la popolazione».
Grazie all’abbondanza di «acqua, sole e terre fertili, il Kivu avrebbe tutto per vivere felice», ma purtroppo è anche ricco di materie prime, che attirano «bande di mercenari e saccheggiatori di ogni specie che martirizzano la popolazione».