Morto un Mullah se ne fa un altro (2)
Tempo di lettura: 2 minutiI taliban hanno sostituito al Mansour, il loro leader ucciso da un drone americano ai confini tra Pakistan e Afghanistan, e la scelta è caduta sul “religioso” Haibatullah Akhondzada. Suoi luogotenenti uno dei tanti signori della guerra afghani e il figlio maggiore del mullah Omar, scelta che lega la nuova generazione di capi alla vecchia.
A darne notizia Giordano Stabile sulla Stampa del 25 maggio, ma è ancora presto per capire se la nuova leadership riprenderà i colloqui di pace con il governo o meno (il mullah Omar aveva accettato un negoziato). Come è presto per dire se l’Isis, che ha lanciato un’Opa ostile sulle milizie del terrore afghane legate ai Taliban, trarrà qualche giovamento dalla nuova situazione in termini di penetrazione nel territorio. Se riuscisse, la conflittualità afghana, finora confinata, dilagherebbe, minacciando in particolare Russia e Cina.
Al di là delle incognite sul futuro, interessante una notazione di Stabile riguardante il precedente capo dei Taliban. Infatti molte polemiche sono state sollevate riguardo la «libertà di movimento in Pakistan di Mansour, ufficialmente uno dei terroristi più ricercati al mondo. Si spostava tranquillamente con un passaporto pachistano e aveva fatto 31 viaggi all’estero, compreso in Europa
».
Nota a margine. In un’altra nota avevamo scritto che la strategia di contrasto al terrorismo basata sugli omicidi mirati, oltre che più che discutibile date anche le tante vittime civili provocate, non serve a nulla. La subitanea sostituzione del capo taliban lo prova ulteriormente. Colpisce e suscita domande l’ostinazione con la quale da decenni si persegue tale via piuttosto che cercare altre strade, come ad esempio il prosciugamento delle fonti di finanziamento.
Colpisce inoltre la libertà di manovra del leader taliban segnalata da Stabile. Mansour non è stato l’unico, né l’ultimo agente del terrore a godere di tale privilegio. Solo una delle tante ambiguità che rendono così difficile contrastare il Terrore globale.