New York e la convergenza liberal-neocon
Tempo di lettura: 3 minutiA New York si sta svolgendo una competizione elettorale minore, ma di grande significato simbolico, che suggerisce come la politica, americana e non, sia questione complessa, che prescinde dagli schemi narrativi venduti dai media.
A novembre 2020 non si voterà solo per il presidente degli Stati Uniti, ma anche per rinnovare totalmente i membri della Camera e un terzo del Senato. Così, in questi giorni, repubblicani e democratici stanno decidendo chi candidare nei collegi elettorali, designazione che avviene con il consueto meccanismo delle primarie di partito che prevede il voto popolare.
New York: Engel vs Bowman
A New York nel campo democratico la disfida vede protagonisti il falco Eliot Engel, figura potente e influente del partito (tanto che dal 1989 vince puntualmente le primarie del suo collegio, accumulando numerose e importanti cariche nel partito e nel Congresso) e l’ignoto Jamaal Bowman, ex preside di una scuola media, appoggiato dalla sinistra radicale.
Dopo tanta carriera il trono di Engel vacilla: lo scrutinio parziale lo vede perdente. Ma tanti sono ancora i voti inevasi, dato che il coronavirus ha aumentato a dismisura il voto postale.
E però, le percentuali espresse attraverso il voto personale, 60% contro 35%, hanno convinto i sostenitori di Bowman a chiedere all’avversario di evitare di fare ricorso, mossa che dà ai ricorrenti strapuntini privilegiati sul controllo dello scrutinio delle schede pregresse e successive, ma allunga a dismisura i tempi dello stesso.
Un ricorso inutile, secondo i sostenitori di Bowman, perché l’abissale distacco può esser ribaltato solo da improbabili percentuali bulgare a favore del ricorrente nel voto postale. Ma ricorso è stato e i risultati finali si sapranno ad agosto.
Gli strani sostenitori di Engel
Ciò che rende interessante questa partita marginale della politica americana sono i sostenitori di Engel. A sostenerlo, infatti, è l’élite del partito democratico, su tutti Hillary Clinton, ma anche, come ha rivelato The Intercept, un “Super PAC repubblicano” (1), che lavora in combinato disposto con “un altro Super PAC chiamato Democratic Majority per Israele”, che gradisce l’aperto sostegno di Engel a Israele (tra l’altro, Engel è stato uno dei principali protagonisti del riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, a dimostrazione che l’iniziativa non era solo un pallino di Trump e dei repubblicani).
Cosa ancor più bizzarra è che ad appoggiare la sua candidatura sia stato il Congressional Black Caucus PAC, istituzione che promuove la causa anti-razzista sostenendo figure politiche afroamericane o comunque impegnate contro il razzismo. L’avversario di Engel è afroamericano… singolarità di alcuni ambiti anti-razzisti.
Si consuma così a New York l’ennesima sfida tra la sinistra radicale e l’establishement del partito democratico. Sanders e i suoi stanno cercando di portare al Congresso un nutrito gruppo di esponenti della loro corrente, nella speranza di poter influenzare la prossima, probabile, presidenza di Joe Biden.
Le utopie di Sanders
Quanto accennato va integrato con quanto sta avvenendo in casa repubblicana: i neocon, guidati da Bolton, non solo lavorano per affondare la rielezione di Trump, ma stanno cercando di far eleggere al Congresso i loro esponenti. Lo scopo è dichiarato: eliminato Trump, sperano di prendere saldamente in mano la guida del Grand Old Party (a succedere a Trump alla guida del partito è pronta la figlia del guerrafondaio Dick Cheney, Liz).
Ciò che accade in campo repubblicano ha una grande importanza per le speranze di Sanders di influenzare l’eventuale presidenza Biden. Come mettono in evidenza anche le primarie del partito democratico a New York, quando c’è in gioco una posta reale, come la rielezione di un figura importante dell’establishement politico Usa (nel caso specifico Engel), liberal e destra repubblicana sanno sempre trovare convergenze più o meno segrete.
Immaginare di influenzare la presidenza Biden contro i liberal del suo partito e il Gop totalmente consegnato alle follie di Bolton e affini, rasenta l’utopia. Ma Sanders è simpatico anche per questa vena utopica, che gli ha guadagnato consenso diffuso, in America come altrove (e la stima di Trump).
(1) Il Pac (Political action committee) è un organismo politico che sostiene candidati, iniziative legislative o altro.