Putin e i terroristi caucasici che combattono in Siria
Tempo di lettura: < 1 minuteTanti i motivi per i quali Putin sta sostenendo Assad. Tra questi Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera del 30 settembre si focalizza su uno di questi, ovvero la paura che il terrore che alimenta le milizie anti-Assad si ripercuota sul suolo russo, dal momento che «una folta pattuglia di combattenti islamici» siriani provengono proprio dalla Russia.
Così Dragosei: «Una vittoria del fronte anti-Assad, e quindi anche dei “russi” che ne fan parte, avrebbe conseguenze immediate in patria, soprattutto nell’instabile Caucaso. Recentemente vari gruppi di combattenti ceceni, daghestani, ingusci e musulmani osseti, tutti veterani delle guerre cecene, dell’Iraq e della Libia, si sono uniti in una formazione chiamata Jeish Mujahirin va Ansar (Jma) guidata da un comandante giordano-ceceno, Abu Umar Al-Shishani, che iniziò la sua lotta contro i russi addirittura in Afghanistan, I combattenti “russi” hanno avuto la benedizione del capo della guerriglia cecena in patria, quel Doku Umarov che si definisce emiro del Caucaso e punta alla creazione di un califfato indipendente da Mosca che imponga la sharia». Veterani di guerra pronti a tutto, considerando anche che «gli estremisti islamici hanno annunciato l’intenzione di “scatenare l’inferno” in occasione delle olimpiadi invernali che si terranno l’anno prossimo a Sochi, a ridosso del Caucaso».
Titolo dell’articolo: Putin disinnesca la bomba siriana per disarmare l'”emiro” del Caucaso.