21 Aprile 2015

Quando l'olocausto atomico era impossibile

Quando l'olocausto atomico era impossibile
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In lode della guerra fredda. Una controstoria (Longanesi) è l’ultimo libro di Sergio Romano. Sul Corriere della Sera del 18 aprile, una recensione del volume ad opera di Franco Venturini. Questo il nucleo centrale del libro evidenziato dal recensore: «Malgrado i dissensi e talvolta gli scontri indiretti, tra le due superpotenze protagoniste della guerra fredda non vi fu mai un contrasto davvero capace di scatenare una guerra. Perché la minaccia reciproca di un olocausto nucleare imponeva di fermarsi, di mantenere gli equilibri, e così quei decenni furono globalmente decenni di pace. Nei quali poterono trovar spazio processi distensivi come quello dell’atto finale di Helsinki, i trattati di disarmo atomico, il cruciale accordo Abm del 1972 (poi unilateralmente denunciato da George W. Bush), nel quale Usa e Urss stabilivano le regole per rimanere vulnerabili a un attacco nucleare, vedendo in ciò la massima garanzia che esso non avrebbe mai avuto luogo».

 

Nota a margine. Non si tratta di avere nostalgie di un passato che comunque ha avuto i suoi limiti e conosciuto le sue tragedie (e i suoi eccidi). Ma la tesi di Romano, che descrive un mondo nel quale era impossibile la guerra atomica globale, è condivisibile. Allora impossibile oggi purtroppo possibile: da qui certo impazzimento della geopolitica mondiale e il dramma di un mondo sospeso all’imponderabile come mai prima d’ora.