22 Ottobre 2023

Senza aiuti, a Gaza si morirà di colera et similia

Greta Thunberg chiede un "cessate il fuoco". I primi - pochi - aiuti umanitari entrano a Gaza. Si va verso una catastrofe umanitaria.
I primi camion con aiuti umanitari entrano a Gaza
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Greta Thunberg che chiede la fine della guerra di Gaza è una notizia: “il mondo deve parlare apertamente e chiedere un cessate il fuoco immediato, giustizia e libertà per i palestinesi e tutti i civili colpiti”, sostenendo che quanto si sta consumando a Gaza è un “genocidio”.

Le dichiarazioni della ragazza climatica hanno suscitato ira in Israele, tanto che si è scomodato a rispondergli un portavoce dell’esercito israeliano, Arye Sharuz Shalicar, che ha affermato: “Chiunque in futuro si identificherà con Greta, a mio avviso, sarà un sostenitore del terrorismo”. Parole fuori registro che segnalano una certa qual isteria.

I primi aiuti umanitari entrano a Gaza

Intanto, sono entrati i primi aiuti umanitari a Gaza, 20 camion, “una goccia nell’oceano“, come recita il titolo di al jazeera, dal momento che a essere nel bisogno più assoluto sono due milioni di persone. Anche questa lentezza esasperata degli aiuti è qualcosa di inumano, ma tant’è.

La situazione nella Striscia è catastrofica. Riportiamo da al Jazeera: “L’Oxfam e le agenzie delle Nazioni Unite hanno avvertito che il collasso dei servizi idrici e igienico-sanitari scatenerà attacchi di colera e altre malattie infettive mortali se non verranno forniti aiuti umanitari urgenti”.

“Israele ha tagliato la conduttura idrica verso Gaza, insieme alle forniture di carburante ed elettricità che alimentano gli impianti idrici e fognari, dopo aver annunciato un blocco totale dell’enclave palestinese in seguito all’attacco di Hamas” .

“La maggior parte delle 65 stazioni di pompaggio delle acque reflue di Gaza e tutti e cinque gli impianti di trattamento delle acque reflue sono stati costretti a interrompere le attività. Secondo Oxfam, le acque reflue non trattate vengono ora scaricate in mare, mentre anche i rifiuti solidi finiscono in alcune strade insieme a corpi in attesa di essere seppelliti”.

“Gli impianti di desalinizzazione hanno smesso di funzionare e i comuni non sono in grado di pompare acqua nelle aree residenziali a causa della carenza di energia elettrica. Alcune persone a Gaza fanno affidamento sull’acqua salata del rubinetto proveniente dall’unica falda acquifera dell’enclave, che è contaminata da liquami e acqua di mare, oppure sono ricorsi a bere acqua di mare. Altri sono costretti a bere dai pozzi delle fattorie […] Crescono i timori sul fatto che la disidratazione e le malattie trasmesse dall’acqua possano portare a una catastrofe umanitaria”.

“Il colera è solo una delle tante malattie trasmesse dall’acqua che possono diffondersi: se riusciremo a fornire aiuti, molte di queste malattie possono essere prevenute”, ha affermato. “Ma non è possibile garantire operazioni umanitarie dove continuano a cadere bombe”.

L’arrivo dei 20 camion di aiuti coincide con la liberazione di due ostaggi americani. Probabile che non sia una coincidenza, ma uno scambio pattuito con gli Stati Uniti. Ovviamente gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a parlare di tale trattativa, perché se vero, come sembra, l’intera popolazione di Gaza è stata presa in ostaggio come e quanto gli ostaggi in mano ad Hamas.

Né Hamas lo rivelerebbe, sia perché, se vero, il loro silenzio sarebbe parte della trattativa – non deve mettere in imbarazzo gli Usa – sia perché ha tutto l’interesse a far vedere che il rilascio è un gesto gratuito di buona volontà.

Da ultimo segnaliamo come durante il Covid forte sia stata la prosopopea sui “medici eroi”, definizione vera per alcuni meno per altri. Tale appellativo non è stato speso per i medici che operano a Gaza in condizioni terribili e sotto le bombe, con alcuni di essi anche defunti. Sarebbe il caso.

 

p.s. nella foto di apertura i primi camion con aiuti umanitari entrano a Gaza dal valico di Rafah