5 Aprile 2024

La sfuriata di Biden, le concessioni di Netanyahu

Dopo l'eccidio dei sette operatori umanitari della World Central Kitchen Netanyahu è stato costretto a fare concessioni. Poche e tardive...
La sfuriata di Biden, le concessioni di Netanyahu
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L’assassinio a sangue freddo dei sette operatori umanitari della World Central Kitchen ha fatto infuriare anche i più accaniti sostenitori di Israele, impossibilitati a giustificare l’accaduto all’opinione pubblica globale. Da cui il licenziamento dei due alti ufficiali preposti all’operazione (finiranno nell’intelligence?) e le rassicurazioni di Netanyahu a Biden sull’apertura di nuovi passaggi agli aiuti umanitari.

Due atti dovuti, null’altro. Così il New York Times riporta le parole di Biden nella telefonata intercorsa ieri con Netanyahu: “Il presidente Biden ha sottolineato che i raid contro gli operatori umanitari e la situazione umanitaria complessiva sono inaccettabili”.

Inside Al-Shifa Hospital Israel to Add Gaza Aid Routes as Biden Hinges Support on Civilian Protection

“Ha chiarito la necessità che Israele annunci e attui una serie di passi specifici, concreti e misurabili per affrontare i danni contro i civili, le sofferenze umanitarie e la sicurezza degli operatori umanitari. Ha chiarito che la politica statunitense su Gaza sarà determinata dalla nostra valutazione dell’azione immediata di Israele su questi passi”.

Biden: incertezza sugli aiuti, certezza sulle bombe

Secondo il Nyt si tratta della presa di posizione più “tagliente” di Biden dall’inizio della guerra. Nella telefonata anche la richiesta di un cessate il fuoco, condizionata al rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas. Nel commento, il Nyt rileva che i funzionari dell’amministrazione, nel riferire la presa di posizione, non hanno aggiunto che la non ottemperanza alla richiesta sulla fine delle ostilità avrebbe comportato il recesso degli aiuti militari.

Per sintetizzare, la solita fuffa. La richiesta di un cessate il fuoco immediato da parte dell’Onu, alla quale l’America ha dato il suo placet, resta sospesa nell’aere.

Forse, almeno nell’immediato, arriveranno più aiuti, anche perché una sollecitazione in tal senso è giunta anche dalla Corte Suprema di Israele. E anche Il tiro al piccione contro i palestinesi sarà un po’ meno ostentato di prima, forse. Nulla più.

Israel's Top Court: Not Enough Humanitarian Aid Is Getting Into the Gaza Strip

Peraltro, si rileva che nel giorno in cui sono stati uccisi i 7 eroi di cui sopra, l’America ha approvato la cessione a Israele di altri aiuti militari, tra cui “migliaia di bombe“. I bambini di Gaza moriranno con la pancia un po’ più piena. Forse.

In un articolo su Haaretz, Amira Haas ribadisce quanto scritto da Gideon Levy, cioè che l’eccidio dei 7 operatori umanitari ha fatto notizia solo perché non erano palestinesi, sui quali si può infierire con libertà.

Infatti, la Haas ricorda che almeno altri 16 camion di aiuti sono stati colpiti in precedenza e alcune volte l’IDF ha sparato sulla folla che vi si accalcava contro per ricevere un tozzo di pane (generosamente elargito dagli stessi Paesi che hanno fornito a Tel Aviv le bombe che hanno ucciso le loro mogli, i loro mariti, i loro figli e le loro figlie).

Lo scopo del massacro e il video di al Jazeera

Il massacro dei 7 operatori, scrive la Haas. aveva uno scopo specifico: colpire l’organismo umanitario che di fatto stava sostituendo l’UNRWA (l’organizzazione dell’Onu diretta all’aiuto ai palestinesi), scacciata dalla Striscia a suon di bombe. Lo dimostra la quantità di aiuti prestati finora dall’WCK ai palestinesi. Forse tale scopo non è stato raggiunto, per ora.

Ma, sempre secondo la Haas, è indicativo anche di altro: l’atto di massacrare 7 persone con la motivazione ufficiale di eliminare un fantomatico uomo armato di cui ancora si ignora l’identità (e scampato alla strage perché non era nel convoglio) spiega cose. Così la Haas: “Questa facilità ad aprire il fuoco è una delle spiegazioni dei 14.000 bambini uccisi finora da Israele a Gaza, cifra fornita dall’UNICEF”.

Ci scusiamo per il tono pessimista della nota, forse davvero qualcosa è cambiato con la telefonata di Biden, come ha dichiarato anche il Segretario di Stato Tony Blinken: “Se non vedremo i cambiamenti necessari, cambierà la nostra linea politica” verso Israele.

Ma è troppo tardi e davvero troppo poco. Urge un cessate il fuoco, possibile solo se Netanyahu smetterà di mandare all’aria le trattative con Hamas (vedi Haaretz: “Netanyahu sta sabotando le possibilità di un accordo sugli ostaggi, facendo infuriare i capi della Difesa”).

Netanyahu Is Sabotaging Chances for a Hostage Deal, and Defense Chiefs Are Angry

Nel frattempo, Israele ha bandito dal Paese al Jazeera. Nonostante non fosse in linea con la narrativa ufficiale, finora l’aveva tollerata. Ma il video-inchiesta 7 October della Tv del Qatar, molto accurato, che racconta – oltre al pregresso del 7 ottobre, alle bugie successive propalate da fonti israeliane e tanto altro – di come diverse vittime di quel giorno furono causate dal fuoco amico, ha fatto traboccare il vaso.

October 7: Forensic analysis shows Hamas abuses, many false Israeli claims

Un accenno in tal senso lo fornisce, tra gli altri, l’articolo di oggi di Haaretz, dal titolo: “L’IDF afferma che un ostaggio probabilmente è stato ucciso dal fuoco di un elicottero israeliano mentre veniva rapito il 7 ottobre”… rimandiamo al video in questione.

Intanto sale la tensione dopo l’attacco a Damasco, costato la vita a un generale iraniano e altri membri dei Guardiani della rivoluzione. Ma la risposta sarà meditata e non a breve, ha detto, per conto di Teheran, il leader di Hezbollah Nasrallah.