Siria: proseguono le trattative russo-americane
Tempo di lettura: 2 minutiVenerdì 4 maggio il segretario di Stato degli Stati Uniti Rex Tillerson ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov: a tema la de-escalation del conflitto siriano. A dare notizia del contatto telefonico un comunicato della portavoce del Dipartimento di Stato Heather Nauert.
«Il segretario di Stato – annuncia il comunicato – auspica ulteriori incontri con il ministro degli Esteri russo per chiarire il ruolo degli Stati Uniti e quello della Russia nella de-escalation del conflitto e sostenere i colloqui di Ginevra per far progredire i negoziati volti a ricercare una soluzione politica» della crisi.
La telefonata ha fatto seguito al vertice di Astana, nel quale è stato deciso di creare nel territorio siriano delle aree protette nelle quali possano confluire civili in fuga dalla guerra e miliziani che intendano porre fine al loro impegno bellico ed esfiltrare dalla Siria.
Al vertice di Astana, che fa seguito ad altri summit analoghi tenuti nella capitale del Kazakistan, hanno partecipato, al solito, Russia, Turchia e Iran; ma anche, per la prima volta, un delegato degli Stati Uniti.
Il comunicato del Dipartimento di Stato Usa segnala che le iniziative intraprese negli ultimi giorni, volte a cercare vie di pace per la Siria, hanno certo sviluppo, nonostante le tante difficoltà.
Un’indicazione che viene confermata da un’altra notizia: militari russi e americani si incontreranno per ripristinare un coordinamento riguardo le operazioni belliche in territorio siriano.
L’accordo di Astana, infatti, come i precedenti e futuri negoziati sulla Siria, non riguarda gli adepti delle formazioni dichiaratamente terroriste, ovvero l’Isis e Jabhat Fatah Al-Sham (ex al Nusra, affiliata ad al Qaeda), contro i quali continueranno le operazioni belliche.
Oggi, come in precedenza, il territorio siriano vede quindi incrociarsi iniziative militari russe (e dei loro alleati) e americane, con il rischio di pericolosi incidenti. Per questo si era creato un meccanismo volto a coordinare tali operazioni.
Tale meccanismo era saltato a seguito dell’attacco americano alla base aerea siriana di Shayrat, deciso da Washington come ritorsione per l’asserito attacco chimico ad opera delle forze di Damasco nelle zone limitrofe a Idlib (in realtà una notizia falsa; sul punto vedi nota precedente).
Detto questo, sono davvero tante le forze che vogliono sabotare la pace e hanno ancora tante frecce avvelenate nella loro faretra. Un esempio lo traiamo dal sito Palestinafelix, che ha fonti di prima mano riguardo la guerra siriana (ha simpatie manifeste per Damasco, ma ciò, in un mondo in cui l’informazione è più che uniformata, non può che essere un bene: è proprio del giornalismo, o almeno lo era, la ricerca di plurime fonti di informazioni per incrociare e verificare le notizie).
Tale sito ha dato notizia dell’assassinio di Shaher Abdullah al-Zubani, un comandante dell’esercito libero siriano favorevole alla pace. Qualcuno ha piazzato una bomba sulla sua auto e lo ha fatto saltare in aria.
Piccolo esempio che invita, purtroppo, a guardare gli sviluppi virtuosi riguardo la guerra siriana con il necessario realismo.