Siria: trattative ad alta tensione per Idlib
Tempo di lettura: 3 minutiI militari russi e turchi stanno concordando “azioni pratiche” contro i terroristi incistati nella provincia di Idlib, in Siria. Sono parole del ministro degli Esteri Sergey Lavrov in una conferenza stampa tenuta ieri a Mosca dopo aver incontrato il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir.
Idlib: la Turchia costretta a trattare
L’incontro con il ministro saudita fa seguito all’incontro con il ministro degli Esteri turco, avvenuto sempre a Mosca due giorni fa, mentre oggi nella capitale russa è sbarcato il ministro della Difesa turco,
Mosca dunque sembra sempre più prossima alla ricerca di una soluzione del nodo Idlib, una soluzione che gli permetta di conservare buoni rapporti con Ankara, cruciali per la sua proiezione geopolitca.
Proprio l’importanza che la Russia annette alla relazione con la Turchia, ormai lontana dalla Nato, aveva dato a Erdogan l’impressione che la sua conquista di parte del territorio siriano (diretta o per interposte milizie jihadiste) potesse essere irrevocabile.
Invece Putin ha continuato a sostenere Assad, determinato a riprendere tutta la Siria, affiancando le forze russe a quelle siriane, anche nei recenti bombardamenti aerei svolti su Idlib.
Dopo le rigidità del passato, sembra che Erdogan si sia deciso a trattare, anche perché il suo Paese è in ginocchio a cause delle sanzioni comminate da Trump.
Non umiliare Erdogan
Interessante anche la visita a sorpresa, avvenuta ieri, del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Zarif ad Ankara, dove si è incontrato con Erdogan, che avviene a breve distanza dall’accordo di mutuo soccorso Iran-Siria. Trattative più che serrate dunque.
È evidente che Teheran e Mosca stanno cercando una soluzione per Idlib che non sia umiliante per Erdogan. A stare alle parole di Lavrov, tale soluzione consisterebbe nel separare i miliziani di al Nusra (al Qaeda) da quelli di altre bande, così da poter trattare con i capi delle seconde.
Un accordo con la Turchia, inoltre, permetterebbe ai russi e siriani di evitare interferenze americane, pronte a intervenire in soccorso dei cosiddetti ribelli (vedi Piccolenote). Sarebbe difficile per gli Usa giustificare un intervento pro-al Qaeda…
Sempre possibili improvvidi colpi di coda
Ma c’è sempre anche la possibilità che i tagliagole di Idlib inscenino una attacco chimico da attribuirsi ad Assad: secondo i russi allo scopo sarebbero stati portati in zona dei barili di cloro; secondo fonti iraniane al Nusra avrebbe rapito allo scopo quaranta bambini da sacrificare nell’attacco.
Minaccia forse sventata dalle rivelazioni russe, che hanno passato le loro informazioni agli Usa. O forse no. Vedremo.
Importante anche l’incontro tra Lavrov e il ministro saudita accennato prima. Segno che Riad non vuole rompere i rapporti con Mosca nonostante l’asse con Usa e Israele.
Secondo fonti arabe il principe saudita Muhamed bin Salman cerca disperatamente sponde che lo aiutino a fronteggiare la fronda dei suoi avversari interni, che rischia di travolgerlo alla morte del re, che ora gli fa da scudo.
Ma è probabile che i due ministri degli Esteri abbiano anche parlato di Yemen, dove i sauditi sono impantanati nella loro guerra contro gli houti e rischiano anche di perdere il decisivo aiuto americano, come da presa di posizione del ministro della Difesa James Mattis dopo le stragi di innocenti perpetrate dalle forze del Regno.
Ma di certo i due ministri avranno parlato anche di Siria, stante che Riad conserva residui legami con i jihadisti, che possono essere utili alla trattativa.
Trattative intense, che sembrano preludere allo scioglimento del nodo Idlib. Tale sviluppo, oltre a sancire la fine provvisoria della guerra siriana, renderebbe più aleatoria la residuale presenza Usa nel Paese e libererebbe i rapporti Mosca-Istanbul da una pietra di inciampo notevole.
Uno scacco bruciante per i neocon che hanno voluto questa guerra. C’è il pericolo di qualche colpo di coda, improvvido, quanto disastroso negli esiti.