8 Ottobre 2012

Siria - Turchia: colpi di mortaio incendiari

Siria - Turchia: colpi di mortaio incendiari
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«Per il quinto giorno consecutivo, ieri la Siria di Bashar al Assad ha fatto del suo meglio per suicidarsi. Non diversamente possono essere giudicati i colpi di mortaio che quotidianamente cadono in territorio turco, e ai quali le forze armate di Ankara sono costrette a rispondere con qualche colpo di cannone. Ma mentre attuano le loro limitate rappresaglie e confermano a gran voce che “non vogliono una guerra”, militari e politici turchi si sforzano di capire cosa mai stia accadendo al di là del confine. Perché allargare la guerra civile siriana alla Turchia e quindi alla Nato può essere un obbiettivo di chi vuole un intervento esterno contro Damasco, ma non può in alcun modo rientrare nelle convenienze tattiche o strategiche del regime di Bashar al Assad che di tale intervento sarebbe la vittima designata. E allora, chi e perché spara dalla Siria contro la Turchia?». È l’incipit di un articolo di Franco Venturini pubblicato sul Corriere della Sera dell’8 ottobre. Due sono le spiegazioni possibili di questo bombardamento, secondo il cronista. La prima è quella che vede  l’esercito lealista inseguire a colpi di mortaio i ribelli siriani al di là del confine: «Ricostruzione credibile, che tuttavia comporterebbe un risvolto devastante per Assad laddove risulterebbe che i suoi ufficiali sul terreno non obbediscono agli ordini o alle “inchieste” di Damasco (…). La seconda ipotesi è quella della provocazione volta ad allargare il conflitto, chiunque (per esempio infiltrati dell’Esercito libero, o jihadisti) ne sia l’autore».

Conclude Venturini: «Che si tratti delle ricadute più o meno involontarie di una atroce guerra civile oppure del calcolo di provocatori professionisti (che magari gradirebbero anche mettere con le spalle al muro un Barack Obama dilaniato tra le elezioni in arrivo e l’impossibilità di restare con le mani in mano), i colpi di mortaio siriani rischiano di allargare in modo irreversibile un conflitto che da sempre è parso assai difficile da circoscrivere».