7 Giugno 2013

Slitta la conferenza di pace sulla Siria

Slitta la conferenza di pace sulla Siria
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«Slitta la conferenza internazionale sulla Siria: inizialmente prevista per la metà di giugno, non si terrà prima di luglio. I nodi sul tavolo sono ancora tanti, e devono essere risolti prima di giungere a un tavolo comune». Così l’Osservatore Romano del 7 giugno ha sintetizzato i risultati del vertice svolto il giorno precedente a Ginevra tra rappresentanti della Russia, dell’Onu e degli Stati Uniti. Secondo l’Osservatore Romano uno dei nodi da risolvere è quello dei partecipanti alla conferenza di pace, in particolare a far discutere è la presenza o meno dell’Iran.

Altro nodo da sciogliere è l’accertamento della verità riguardo l’uso delle armi chimiche nel conflitto. La Francia ha accusato Damasco di aver usato questo tipo di ordigni, sollecitando un intervento militare a sostegno delle milizie anti-Assad. Ma, secondo l’Osservatore Romano, «Washington continua invece a frenare, chiedendo maggiori garanzie. Il segretario della Difesa americano, Chuck Hagel, ha infatti dichiarato di non aver visto le prove che i francesi dicono di avere». Dal canto suo, anche il segretario di Stato John Kerry «ha chiesto all’Eliseo di mostrare le prove dell’uso di armi chimiche». Sembra solo una schermaglia, non lo è affatto: difficile immaginare che i francesi abbiano in mano prove che gli americani, la cui intelligence monitora ab initio il campo di battaglia, non hanno…

D’altronde anche l’Onu, giorni fa, aveva «sottolineato la probabilità che armi chimiche fossero state usate in Siria, pur evidenziando l’impossibilità di determinare la responsabilità». Solo una probabilità e nessuna certezza sul colpevole.