Soros e la profezia sull'ondata pandemica cinese
Tempo di lettura: 3 minutiLa Cina, dopo l’hub tecnologico di Shenzhen, mette in lockdown la provincia di Jilin, che conta 24 milioni di abitanti per contrastare la diffusione del Covid-19 (quasi 900 contagi registrati ieri). Una stretta che ricorda l’inizio della pandemia, quando, al palesarsi del virus, mise in lockdown la provincia dell’Hubei, il cui capoluogo è Wuhan.
Si avvera, così, la profezia di George Soros, che in un articolo del 31 gennaio scorso aveva predetto tale evento nei minimi particolari, spiegando che, più di altri fattori (crisi economica derivante dal settore immobiliare, nemici interni al partito e decrescita demografica), la nuova ondata pandemica avrebbe segnato la fine del regno di Xi Jinping. Il suo mandato, infatti, dovrebbe scadere quest’anno e il partito comunista cinese dovrebbe rinnovargli la fiducia, cosa di cui Soros dubita fortemente.
Così vediamo cosa scriveva Soros: “Tutto ciò che Xi Jinping può fare ora è imporre una politica ‘zero Covid’, con severi lockdown al minimo segno di un focolaio. Ma questo ha effetti negativi sull’attività economica. Oltre al fatto di creare gravi difficoltà alle persone che sono messe immediatamente in quarantena nel luogo in cui si trovano e le cui proteste non possono essere messe a tacere”.
“La Omicron minaccia di essere la disfatta di Xi Jinping. È molto più contagiosa di qualsiasi variante precedente, sebbene sia decisamente meno pericolosa per chi è stato adeguatamente vaccinato. Ma i cinesi sono stati vaccinati solo contro la variante di Wuhan e la colpa segreta di Xi Jinping è destinata a rivelarsi durante le Olimpiadi invernali o poco dopo”.
“La variante Omicron è entrata in Cina principalmente attraverso la città portuale di Tianjin, che è a 30 minuti di treno ad alta velocità da Pechino. A questo punto si è diffusa in un numero crescente di città in tutta la Cina. Non è più sotto controllo”.
“Dato che le Olimpiadi invernali sono il progetto di prestigio di Xi Jinping, il governo sta facendo il massimo per renderle un successo. I partecipanti sono tenuti assolutamente separati dalla popolazione locale, ma non sarà possibile continuare in questo modo anche dopo la conclusione dell’evento. È improbabile che lockdown di intere città funzionino contro una variante contagiosa come Omicron”.
“Ciò è evidente a Hong Kong, dove la diffusione della Omicron sta aumentando. Eppure il costo della politica zero-Covid continua a crescere, con la città isolata dal resto del mondo, e persino dalla Cina. Il caso di Hong Kong mette in evidenza che la Omicron rappresenta la sfida più pericolosa per Xi Jinping”.
“Egli ha cercato di imporre il controllo totale, ma ha fallito. Considerata la forte opposizione che ha all’interno del PCC, la sua elevazione, così accuratamente studiata al livello di Mao Zedong e Deng Xiaoping potrebbe non verificarsi mai”.
Al solito, le profezie di Soros si auto-avverano con certa stregonesca puntualità. Resta da capire se l’esito sarà quello da lui sperato o Xi riuscirà a superare la crisi in corso, pandemica e non.
Detto questo, appare leggermente cinico sperare che la pandemia faccia strame di cinesi per potersi liberare di un nemico geopolitico, ma tale è il vero volto dei filantropi di questo mondo… si potrebbe aggiungere, ma ci asteniamo.
A quanti si rallegrassero, da poveri spettatori, della perfetta riuscita della profezia di Soros, si potrebbe suggerire di esultare con la prudenza del caso. Tale cinismo, infatti, non è riservato esclusivamente agli antagonisti esterni, ma anche a quanti in Occidente non condividono le “magnifiche sorti e progressive” globali propugnate dalla sua filantropica Open society.
Nella sfida Est – Ovest, dunque, rientra a pieno titolo la variante pandemica, così com’era accaduto al suo primo apparire, quando in un primo tempo sembrava dover piegare il Celeste impero, devastandone l’economia, per poi invece distruggere le possibilità di rielezione di Trump.