Soros scommette contro la Cina (e il mondo)
Tempo di lettura: 2 minuti«La Cina, considerato il peso sui mercati, tratta George Soros come uno Stato straniero ostile, lo definisce “coccodrillo finanziario” e gli intima di “stare alla larga da una guerra allo yuan“. Lo spettacolare scontro Xi Jinping-George Soros ha come teatro i media simbolo della seconda economia mondiale e del capitalismo occidentale: il socialista Quotidiano del Popolo e il liberista Financial Times, da poco in mano ai giapponesi».
«Ad aprire le ostilità, un editoriale dell’organo ufficiale, titolo “Dichiarare guerra alla valuta cinese? Ah Ah”. [Nell’editoriale ndr.] Un ricercatore del ministero del commercio avverte che “la guerra di Soros contro il remimbi e il dollaro di Hong Kong non può riuscire”. L’accusa è “aumentare le volatilità in mercati finanziari già instabili”
». Così Giampaolo Visetti sulla Repubblica del 28 gennaio (La Cina dichiara guerra a Soros).
In un articolo del Corriere della Sera dello stesso giorno, Paolo Savelli scrive: «Una settimana fa Soros ha confidato a “Bloomberg Tv” che sta scommettendo contro lo youan perché prevede un “atterraggio duro per l’economia cinese”, definendolo praticamente inevitabile”» (La Cina mette nel mirino Soros “Ha dichiarato guerra allo youan“
).
Nota a margine. Federico Semprini, in un altro articolo della Repubblica, ricorda che Soros è un raider scomodo per i regimi autoritari, perché paladino dei diritti umani, avendo abbondantemente finanziato le rivoluzioni colorate in Europa dell’Est. Così forse il conflitto con i cinesi nasce proprio dal fatto che Pechino teme che il magnate della finanza internazionale possa riservare analoghe attenzioni anche al Dragone.
In genere speculazioni di questo tipo si accompagnano a manovre finanziarie parallele, atte a vincere la posta. Anche perché il mondo della finanza, abitato dalla de-regulation (ovvero dalla mancanza di norme, cioè dall’illegalità) permette di tutto ai pochi iniziati che ne guidano le danze.
Una grande scommessa sulla pelle della popolazione cinese, un miliardo di persone, che, se vinta, avrà ripercussioni catastrofiche sull’economia mondiale che attualmente si regge proprio sull’economia di Pechino. Se Soros vince la scommessa farà più danni dell’Isis, ma sui media viene celebrato, appunto, come un paladino dei diritti umani… bizzarrie delle definizioni.
Come bizzarri appaiono i titoli dei giornali citati: Soros dichiara pubblicamente di aver scommesso sulla debacle cinese provocandone la reazione. Eppure titolano che è la Cina ad aver dichiarato guerra al finanziere… osservazione secondaria, quest’ultima, ma non troppo.