18 Agosto 2020

Tremonti: la pandemia e la magia del dio denaro

Tremonti: la pandemia e la magia del dio denaro
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Intervista di Giulio Tremonti sul Giornale in occasione del suo compleanno. Solita lucidità, solito realismo. Ripete quel che difficilmente viene detto altrove, cioè che la pandemia è un accidente della crisi in atto, che tutta deriva dalla follia dell’aver ceduto la sovranità, e tutta la sovranità, alla Grande Finanza.

La pandemia ha solo disvelato, come già la crisi del 2008, che la Tecnofinanza, o Turbo-finanza, come la definisce Giulio mettendo l’accento sulla sua irrefrenabilità (cioè senza freni o scatenata che sia), ha devastato il mondo, non solo l’ambito produttivo, ma anche la polis, consegnata all’esoterica magia del Dio denaro.

Mette in guardia, Giulio, dai sacerdoti di tale rito, che ha il suo credo (credito) e le sue leggi, tra cui l’impossibilità di rimettere i debiti, da cui l’indebitamento perpetuo di Stati e cittadini, non più cives, ma servi della moneta e dei cosiddetti mercati, luoghi virtuali dove fluisce il denaro virtuale dei nuovi oligarchi.

Tali sacerdoti, nulla importando i disastri dei quali si sono resi responsabili, rafforzati dal momento rivoluzionario prodotto dalla pandemia, ora offrono le proprie prospettive, ostendono le loro ricette per un futuro più roseo, nel quale si riservano di perpetuare la loro regalità e la loro anomia.

Per Giulio è possibile invece che il momento pandemico porti a un ripensamento, a un nuovo inizio che ponga un freno all’irrefrenabile turbo-capitalismo. Arduo, tanto il potere accumulato dalla Finanza, anche militare,  e tanto il potere che è stato eroso alla polis, cioè alla comunità dei cives e ai loro legittimi rappresentanti.

Legittimi perché ne sono espressione, a differenza dell’oligarchia finanziaria che rappresenta se stessa e i suoi interessi, nel senso finanziario del termine.

La lotta è tutta qui. E come avvenne nel post 11 settembre, riecheggia spesso lo slogan “nulla sarà più come prima”. Vero: sia se vincerà la Finanza, che avrà così consolidato in perpetuo il suo potere (nel senso relativo del termine, data la possibilità del crollo sistemico ipotizzato da Giulio, tarlo insito nel sistema stesso); sia se vincerà la prospettiva altra, quella cioè di un ritorno della sovranità, o almeno di parte di essa, nelle mani della Politica, degli Stati e dei cittadini.

Rimandiamo all’intervista di Tremonti sul Giornale: cliccare qui.