7 Novembre 2024

Trump vs Kamala: le guerre infinite o la rottura dello schema

Il mondo è impazzito, come denotano gli orrori di Gaza e la guerra ucraina. Kamala era la continuità di tutto ciò, Trump una possibile alternativa
Trump vs Kamala: le guerre infinite o la rottura dello schema
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La vittoria di Trump è anche, e forse soprattutto, una vittoria del realismo sull’idealismo che caratterizza gli ambiti liberal interventisti e neoconservatori che hanno innalzato sugli scudi la sua competitor Kamala. Un idealismo che non tiene in nessun conto la realtà, dal momento che l’Impero la può plasmare a proprio piacimento, come recita la nota frase di Karl Rove, consigliere di tanti presidenti americani (tale distacco dalla realtà è evidenziato, ad esempio, dai sondaggi pre-elettorali).

Tale il sostrato alla base della follia dilagata nel mondo nel post 11 settembre, quando gli ambiti di cui sopra hanno preso il potere in America travolgendo il mondo con le loro guerre infinite e i loro regime-change.

Così lo squilibrio della candidata democratica, evidenziato dai suoi interventi disconnessi e dalle sue risate isteriche, non appare affatto casuale, rispecchiando lo squilibrio degli ambiti che l’hanno scelta come loro front-runner.

Ma la realtà ha una sua consistenza e si è imposta, facendo svaporare l’immagine di Kamala costruita dal nulla dai suoi demiurghi. Dal nulla è stata presa, nel nulla è ritornata. E Biden, mandato ai giardinetti anzitempo, è tornato a essere presidente degli Stati Uniti. Sarà lui a traghettare il Paese verso il cambio della guardia.

Un bene per Trump che sia egli a gestire questo momento delicatissimo nel quale può accadere di tutto, dal momento il senescente presidente pare che continui a tenere sulla testa il cappellino Maga rubato a un sostenitore di Tycoon subito dopo il dibattito televisivo Kamala-Trump.

Siamo il “partito del buon senso”, ha detto Trump nel suo primo discorso al mondo, evidenziando l’irragionevolezza dei suoi antagonisti, lo squilibrio di cui sopra. Discorso di grande interesse, non solo perché ha ribadito il suo impegno per la pace, parola che non si rinviene nel vocabolario dei liberal-neocon, ma anche per altri particolari più che interessanti.

Al di là, resta che Kamala rappresentava il continuum della lucida follia dilagata nell’Impero e nel mondo negli ultimi decenni, Trump un punto di rottura. Gli americani, il mondo – che con l’Impero si interfaccia a vari livelli – hanno scelto l’alternativa, nella speranza che riesca. Tale il presente, il resto appartiene all’incerto futuro.

Di questo e altro ho scritto su un articolo su InsideOver, al quale rimando.