Ucraina: evitare l'Armageddon
Tempo di lettura: 4 minutiLa guerra ucraina è andata fuori controllo. Non è più qualcosa che si può gestire senza rischiare incidenti di percorso tali da innescare una guerra mondiale, come rilevava un articolo del New York Times riferito in una precedente nota. È ormai chiaro a tutti. Anche Biden lo ha detto nel modo più solenne e chiaro possibile: quando Putin afferma di essere pronto a usare le armi nucleari (se attaccato) “non sta scherzando”, ha dichiarato il presidente Usa, aggiungendo che c’è il rischio di un’Armageddon, ancora più acuto ora che al tempo della crisi dei missili cubani del ’62.
Lo hanno capito, finalmente, dopo sei mesi di guerra e decine di migliaia di morti. Dopo mesi in cui hanno deliberatamente nascosto sotto il tappeto i pericoli connessi a una guerra della Nato contro la Russia, perché di questo si tratta. Dopo mesi in cui hanno tacciato di filo-putinismo quanti avvertivano del pericolo e chiedevano il negoziato.
Ora, nonostante le cronache festose della vittoria ucraina, hanno compreso che la guerra è andata fuori controllo… Riportiamo due articoli pubblicati sui media americani nei quali alcuni analisti ripetono, in modo sempre più ragionevole, gli avvertimenti pregressi.
Sfidare il limite di Putin in Ucraina, il gioco del pollo
Così Dominic Green sul Washington Examiner: “A fine maggio, Henry Kissinger aveva avvertito che, se i negoziati non fossero ripresi ‘nei prossimi due mesi’ (entro la fine di luglio), avremmo rischiato ‘sconvolgimenti e tensioni difficilmente superabili’. Questo è ciò che stiamo vedendo ora. Stiamo entrando in una zona grigia in cui la comprensione della realtà è diventata contraddittoria e incompleta”.
“[…] Quando gli Stati Uniti perdono il controllo sulla guerra, il dibattito a Washington prende una svolta da dottor Stranamore. Il discorso non riguarda più la costruzione di ‘rampe’ e di un’uscita negoziata dalla guerra utile alla strategia globale degli Stati Uniti”.
“Si cerca di indovinare il limite oltre il quale Putin farà esplodere una bomba nucleare a basso rendimento o lancerà missili sul territorio della NATO. Si parla di strategie per una rappresaglia militare diretta contro la Russia. È la cosa più stupida e pericolosa che gli Stati Uniti potrebbero fare”.
“Il fatto che siamo giunti a contemplare come possibile il primo utilizzo di armi nucleari dal 1945 mostra fino a che punto gli Stati Uniti abbiano gestito male la guerra in Ucraina“.
“Dovremmo ristabilire un equilibrio di potere, non combattere uno stato dotato di armi nucleari ai suoi confini storici. Invece di parlare su come arrivare ai negoziati, c’è il generale David Petraeus il quale consiglia che, se la Russia fa esplodere una bomba nucleare a basso rendimento, gli Stati Uniti dovrebbero affondare la flotta del Mar Nero e bombardare le basi aeree russe”…
“La politica dell’equilibrio di potere richiede l’uso equilibrato del potere. L’amministrazione Biden sta annaspando sempre di più e la sua visione appare sempre più offuscata”.
Così Ted Galen Carpenter su The American Conservative: “Durante gli anni ’50 in America si era diffuso diffuso un fenomeno che vedeva i maschi adolescenti con un surplus di testosterone giocare al ‘pollo automobilistico’. Due conducenti su una strada deserta, con seguito di amici e compagni di classe che guardavano e applaudivano, lanciavano le loro automobili l’una verso l’altra ad alta velocità”.
“La sfida si basava sul fatto che uno dei conducenti, all’ultimo minuto, avrebbe sterzato, evitando così lo scontro catastrofico, con il perdente che sarebbe stato irriso come ‘pollo’. Questa perversa espressione di mascolinità è stata immortalata nell’iconico film di James Dean Rebel Without a Cause.” [Gioventù bruciata, in cui la sfida consisteva nel lanciare le auto verso una scogliera a picco sul mare n.d.r.]
“La popolarità del pollo automobilistico è svaporata rapidamente perché troppo spesso i due conducenti non sterzavano, con conseguenti scontri frontali mortali. Sfortunatamente, in questo momento i leader russi e statunitensi, nel conflitto ucraino, stanno giocando a un gioco simile. La differenza fondamentale è che un errore di calcolo non provocherebbe uno o due morti, ma milioni”.
Il tremebondo Biden e la contesa di Twitter
Il tremebondo Biden, fin dall’inizio, ha tentato a suo modo di frenare questa corsa folle verso la terza guerra mondiale. Abbiamo scritto in note pregresse come, durante le prime infuocate conferenza stampa, abbia tenuto botta ai cronisti che gli chiedevano un ingaggio diretto degli Usa in Ucraina, ribattendo che quanto chiedevano era una guerra diretta Nato – Russia.
Ma ha dovuto piegare la testa, anche, forse, a causa delle iniziative degli inquirenti americani, che hanno avviato un’inchiesta formale contro il figlio Hunter, con notizia sparata da tutti quei media che, durante le recenti presidenziali, avevano invece nascosto in maniera anche brutale tali accuse, derubricandole a mero complottismo.
Oggi Biden sembra aver ripreso coraggio: le dichiarazioni sul pericolo dell’Armageddon, infatti, sembrano preludere a una qualche iniziativa per porre un argine al pericolo. E, oggi come allora, torna sulle cronache mainstream la storia del figlio Hunter, che potrebbe essere addirittura incriminato…
Se il presidente ha ripreso coraggio è perché nell’establishment Usa qualcosa si è mosso, come denota – piccolo indizio – anche la proposta di pace avanzata da Elon Musk, che di tale establishment è anomalo partecipe.
Il fatto che, subito dopo aver avanzato quella proposta, il plurimiliardario abbia rinnovato la sua offerta per acquisire Twitter conferma quanto scriviamo (il mainstream spiega tale rinnovato interesse in altro modo, ma non interessa in questa sede: roba tecnica e secondaria).
Quella sul controllo di Twitter è una battaglia cruciale, essendo il social media del potere (un politico, se deve rilasciare dichiarazioni, o si fa intervistare o usa Twitter). Insomma, nell’ambito del potere reale qualcuno sta cercando di porre un freno alla follia dilagante.
A fronte di ciò, si può notare come Zelensky negli ultimi giorni sia andato alquanto fuori registro. Ha chiesto missili a lungo raggio, così da poter colpire la Russia in profondità; l’adesione alla Nato, così da indurre uno scontro diretto Nato – Russia. E ieri ha chiesto anche un attacco preventivo contro la Russia…
Il ragazzo è da ricovero, c’è poco da fare. Evidentemente la popolarità raggiunta gli ha dato alla testa. Ma sarebbe sciocco liquidare tale escalation così. Il comico in mimetica non ha libertà di manovra, un collare invisibile gli serra il collo e la gola.
Così le sue improvvide dichiarazioni devono purtroppo essere prese sul serio. Gli ambiti lo gestiscono, per suo tramite, stanno rilanciando la loro sfida bestiale al mondo. Non sarà facile uscirne: in questi anni di guerre infinite hanno preso in mano un potere immenso (ci torneremo). Vedremo.