Ucraina: il realismo di Haass
“Dobbiamo definire il successo in un modo che sia realizzabile a un costo ragionevole. La definizione di successo, per [quanto riguarda la guerra] ucraina non può essere: ‘falliremo se l’Ucraina non sarà in grado di liberare tutta la terra che ha perso nel 2014’. Non succederà. Quindi, penso che dobbiamo adeguare la nostra politica nei confronti dell’Ucraina. Non può essere ‘qualunque cosa Zelensky vuole, l’ottiene’. Questa è una politica insostenibile. Non avrà successo”.
Parole ragionevoli e di puro realismo, che non sono state dette né da un trumpiano, né da un putiniano e né da qualcuno di pur lontanamente accostabile a tali ambiti, ma da Richard Haass, uno delle più influenti figure dell’establishment degli Usa (tra le altre cose, è stato direttore del Council on Foreign Relations dal luglio 2003 a giugno del 2023, uno dei più autorevoli think tank americani).
Intervenendo a Morning Joe, programma della MSNBC, Haass ha auspicato un ridimensionamento dell’impegno verso Kiev, tale da proteggere solo il “nucleo dell’Ucraina”, sperando che Putin “sia potenzialmente disposto a scendere a compromessi”. In realtà, da tempo Putin si è detto aperto ai negoziati, che la controparte ha sempre respinto con sdegno.