Ucraina: la guerra del Mar Nero
Tempo di lettura: 3 minuti“”Se la guerra si estenderà al Mar Nero sarà un disastro per la nostra regione”, ha avvertito Recep Erdogan. Ed è proprio quel che sta avvenendo: “L’Ucraina dichiara guerra alle navi russe in transito sul Mar Nero”, annuncia un titolo di Politico.
“Tutto ciò che i russi stanno muovendo avanti e indietro sul Mar Nero sono nostri validi obiettivi militari”, ha detto a Politico Oleg Ustenko, consigliere economico del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, il quale ha spiegato che si tratta di una rappresaglia per il ritiro della Russia dall’accordo sul grano del Mar Nero mediato dalle Nazioni Unite e agli attacchi missilistici contro magazzini agricoli e porti”, dove il riferimento è agli attacchi contro Odessa, con i russi che dicono di aver colpito obiettivi militari.
E già una petroliera russa è stata presa di mira: un drone l’ha danneggiata. L’attacco ha fatto salire alle stelle le assicurazioni delle navi russe. Un punto per l’Ucraina. Ma quel che sottende la dichiarazione è che Kiev e i suoi sponsor intendono rendere il Mar Nero impraticabile.
Si tratta, cioè, di un’ulteriore escalation, dove peraltro gli obiettivi sono dichiaratamente civili (non errori di mira). Ma soprattutto ciò rende quel tratto di mare a rischio per tutti, non solo per le navi russe.
Mar Nero a rischio catastrofe
A maggior rischio saranno le navi della Turchia, che battono quel mare con certa regolarità. E, peraltro, ciò pone una seria criticità ad Ankara, perché il controllo di quel tratto di mare, grazie al Bosforo, è per essa un punto di forza geopolitico ed economico di importanza primaria.
Non solo, va ricordato che, se la petroliera russa fosse affondata, la marea nera avrebbe inondato anche le spiagge ucraine e turche. E qui le cose si complicano e di molto (dov’è Greta Thunberg che aveva gridato all’ecocidio quando collassò la diga di Kakhovka?).
Non per nulla, Erdogan è seriamente preoccupato, come denota la dichiarazione che abbiamo riferito nell’incipit della nostra nota. Nella guerra ci sono dei limiti che pure vanno rispettati: la Russia non bombarda a tappeto Kiev, l’Ucraina dovrebbe porsi domande anche sui propri, dal momento che la decisione rischia una catastrofe dalla quale non rimarrà indenne.
La peculiarità suicida della decisione denota che è indotta, cioè parto dei suoi sponsor, ai quali non interessano granché le conseguenze sull’intera regione, come peraltro evidenzia anche l’invio delle bombe a grappolo Usa a Kiev, che mieteranno vittime civili per i prossimi decenni (vedi quanto successo in Laos con le cluster bombs made in USA).
Ricordiamo, en passant, che l’idea di un intervento aggressivo nel Mar Nero è cara alla Gran Bretagna e aveva trovato un’entusiastica sponda nei neocon USA. Così il Times di maggio 2022: “La Gran Bretagna sta esaminando insieme agli alleati l’ipotesi di inviare navi da guerra nel Mar Nero per proteggere i mercantili che trasportano grano ucraino”.
La disfida del Mar Nero serve anche a tenere in vita la guerra: la controffensiva di terra ucraina è fallita, urge aprire un altro fronte.
L’esplosione di Derince e l’incontro Putin-Erdogan
Oltre che dalle nuvole di tempesta che si addensano sul Mar Nero, la Turchia in questi giorni è stata scossa da un altro accadimento nefasto: due giorni fa un’esplosione ha devastato alcuni silos destinati allo stoccaggio del grano nel porto di Derince. Un’esplosione che ha allarmato l’intera nazione perché nei silos erano stipate 75mila tonnellate di grano, il 20% del quale è andato perduto.
L’inchiesta sulle cause dell’esplosione è ancora in corso. La prima spiegazione, che vuole che sia stata causata dalla compressione del grano, è alquanto aleatoria, ma eviterebbe di indagare più a fondo e aprire contenziosi più a rischio. Resta, infatti, la possibilità che sia stato un sabotaggio. Se tale ipotesi venisse confermata (cosa al momento ardua), Erdogan ha minacciato la chiusura del Bosforo.
In attesa delle notizie di cronaca e delle decisioni future, resta che le sirene di allarme risuonano alte ad Ankara, tanto che Erdogan ha convocato il Consiglio di Sicurezza nazionale (Anadolu).
In questa temperie va segnalato che il 3 agosto il portavoce del Cremlino Dmitrj Peskov ha annunciato che Putin ed Erdogan si incontreranno a breve, confermando così l’annuncio dato in precedenza dal presidente turco. Oltre alla criticità ucraina, i due presidenti ora condividono anche quella del Mar Nero.