Ucraina: annunciati nuovi colloqui Nato - Russia
Tempo di lettura: 3 minutiA stare ai media sembra che siamo sull’orlo della terza guerra mondiale, con la Russia che si dice starebbe per invadere l’Ucraina e l’America che minaccia sfracelli. In realtà, a parte un particolare, sembra di trovarsi di fronte più che a un duello muscolare, ché le mani rimarranno a posto, a un duello psicologico, nel quale i duellanti alzano la posta per ottenere il massimo dalle trattative.
Il particolare inquietante è la bizzarra denuncia da parte americana è che la Russia starebbe fabbricando una false flag, un’operazione sotto falsa bandiera, in Ucraina per invaderla.
Inquietante perché qualcuno, in particolare in Ucraina, potrebbe usare di questa boutade per attuare veramente un attacco alle forze del Donbass, ai quali si riferisce l’operazione annunciata, innescando così un’inevitabile reazione, che potrebbe non limitarsi alle sole forze del Donbass.
Inquietante che tale circostanza sia stata rilanciata dalla portavoce della Casa Bianca Jen Psaki e dal Capo del Dipartimento di Stato Anthony Blinken, dal momento che in genere, anche se la cosa fosse vero – e non lo è perché Mosca non ha alcun interesse a dissanguarsi per l’Ucraina, -, l’allarme avrebbe dovuto essere dato da altri e subordinati, ad esempio fonti di intelligence, lasciando così libertà di movimento agli uomini dell’amministrazione per smussare escalation a rischio terza guerra mondiale.
Una circostanza che denota ancora una volta la povertà delle nuove leve politiche americane, distanti anni luce dalle grandezze dei presidenti e delle amministrazioni Usa del primo dopoguerra.
Ma al di là dell’incidente di percorso, che però resta a rischio, due segnali in controtendenza. Così su Itar Tass di oggi: “Il segretario Anthony Blinken ha parlato oggi con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg per discutere i prossimi passi dopo la riunione del Consiglio NATO-Russia del 12 gennaio”.
“Gli Stati Uniti e la NATO sono pronti a incontrarsi di nuovo con la Russia e sono impegnati a continuare l’impegno diplomatico e il dialogo reciproco” afferma una nota del portavoce del ministero degli Esteri degli Stati Uniti Ned Price.
Questa invece una notizia rilanciata da Die Ziet: “Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock (Verdi) si recherà questo lunedì e martedì a Kiev e Mosca []. La Baerbock incontrerà il presidente Volodymyr Zelenskyy e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba nella capitale ucraina Kiev il 17 gennaio […]. La sera proseguirà quindi per Mosca dove martedì sono previsti colloqui con il ministro degli Esteri Sergey Lavrov”.
Di notevole interesse data soprattutto la feroce russofobia del nuovo ministro degli Esteri tedesco, che non perde occasione per tentare di scatenare una guerra tra l’Occidente e Mosca.
Di ieri la notizia che siti strategici ucraini erano sotto attacco informatico, con i media nostrani a urlare che si trattava del prologo dell’invasione russa. Il fatto che questa non ci sia stata non scoraggerà le stesse penne dall’annunciare future invasioni, ché anzi sanno bene che pigiando certi tasti si fa carriera e si resta sulla cresta dell’onda.
Nello stesso giorno l’Fsb russo ha arrestato membri del gruppo di haker conosciuti come ReEvil, come da richiesta degli americani, i quali hanno accolto la notizia degli avvenuti arresti come “benvenuta“. Altro segnale che sottotraccia il dialogo tra Est e Ovest prosegue.
Si naviga a vista, in attesa di sviluppi, sia sul fronte ucraino, sia su quello dei colloqui per il nucleare iraniano che si stanno tenendo a Vienna. Fronte ben più a rischio, quest’ultimo, dal momento che una guerra aperta in Ucraina è altamente improbabile, in Medio oriente no.
Si tratta di fronti che si rimandano e si intrecciano tra loro, ed è ovvio che i falchi anti-Teheran allignati nell’apparato e nella politica Usa rispondano ai progressi che si stanno compiendo a Vienna alimentando il confronto con Mosca sull’Ucraina. Per portare a termine un accordo con l’Iran serve la Russia: e più gli Usa sono lontani da Mosca, più è probabile che il summit di Vienna collassi….
A margine di questa nota sì da notizia che sono tonate a casa tutte le truppe inviate in Kazakistan dalla Russia nell’ambito della missione della CSTO, l’alleanza di mutua difesa di alcune ex repubbliche sovietiche asiatiche.
Il colpo di Stato ordito da ambiti guerrafondai in combutta con la sanguinaria intelligence del Paese, il cui capo è finito in carcere, è stato chiuso nel giro di pochi giorni, fallendo miseramente.
A dimostrazione che anche i produttori di rivoluzioni colorate non sono più quelli di una volta e che certe operazioni, un tempo destinate a sicuro successo, sono diventate più impervie.