Ucraina: la guerra inglese. Sunak sulle orme di Blair
Tempo di lettura: 3 minutiRisuonano forti i tamburi di guerra. Nulla importando che si tratta della terza guerra mondiale. A dare il “la” alla nuova spinta verso l’Armageddon è Londra, nella visita improvvisata in tutta fretta per rilanciare Zelensky dopo il suo commissariamento ad opera della fazione realista dell’amministrazione Usa (il riferimento è alla defenestrazione del ministro della Difesa ucraina, sul punto vedi Piccolenote).
Subito dopo il trionfo londinese, il tributo eccezionale del Parlamento dell’Unione europea, nel quale Zelensky ha ripetuto il suo mantra bellicista, cioè che le armi servono a fare la pace, mantra condiviso dai suoi sponsor.
Zelensky a Bruxelles
Nell’uno due Londra-Bruxelles la svolta all’invio dei jet da combattimento, finora negati. Una follia annunciata dalla Gran Bretagna e rilanciata con entusiasmo dalla presidente dell’europarlamento, Roberta Metsola, che forse non comprende appieno che le complessità della sua Malta sono poca cosa rispetto alle complessità del mondo.
D’altronde il rilancio della maltese era ovvio, dati gli storici rapporti tra l’ex Impero britannico e la piccola isola mediterranea. Da vedere se, nel faccia a faccia riservato tra Macron, Scholtz e Zelenky, i leader di Francia e Germania riusciranno a dare una calmata allo scatenato presidente ucraino, che a Bruxelles è stato chiarissimo quando ha detto “Combattiamo insieme contro Mosca“… terza guerra mondiale, appunto.
Compito difficile quello dei due leader europei, sia per la loro non eccelsa levatura sia per l’emotiva standing ovation tributata dagli europarlamentari all’ex comico ucraino. Sempre che i due vogliano davvero evitare l’escalation con Mosca, come hanno detto finora, con conseguenze anche sulla fornitura di armi a KIev, inviate con certa controvoglia e relativa misura.
A dar fuoco alle polveri, comunque, va detto per la Storia, è stata la Gran Bretagna, ripetendo così la tragica dinamica dell’intervento in Iraq, con Blair che, in accordo con i neocon Usa, hanno spinto l’imbelle George W. Bush a iniziare la guerra contro Baghdad. Copione che si vuol ripetere con la debole e riluttante presidenza Biden.
Una riluttanza manifestata più volte, ma che potrebbe non bastare a evitare il disastro, che peraltro si sta consumando non contro la debole tirannia irachena, ma contro la ben più potente nazione russa, il cui armamentario comprende migliaia di testate atomiche.
Musk disarma Space X
A evidenziare che nel cuore dell’Impero ancora qualcuno ragiona, il tweet di Elon Musk, il quale, nello stesso giorno in cui il Segretario generale dell’Onu ha allarmato sui rischi di una terza guerra mondiale, ha risposto così a un utente che chiedeva lumi sulla possibilità di una guerra globale: “La maggior parte delle persone è ignara del pericolo”.
Cenno che ha avuto un risvolto concreto. Di ieri l’annuncio di Gwynne Shotwell, presidente di Space X, la creatura di Musk, sul disarmo dei loro satelliti in orbita sull’Ucraina. Infatti, dopo aver denunciato il fatto che l’Ucraina ha “armato” l’infrastruttura spaziale per guidare meglio i suoi droni, ha dichiarato che ciò non avverrà più, avendo l’azienda preso le contromisure del caso.
Vedremo se riuscirà a tenere la linea, ma resta l’importanza dell’annuncio, che certo non può esser farina solo del sacco del miliardario, il quale, seppur eccentrico, non si metterebbe contro il mondo in stile don Chisciotte. Probabile che abbia cioè le spalle coperte da forze politiche e apparati statunitensi, non tutti entusiasti di dar vita all’Armageddon.
Sunak come Blair
In altra nota avevamo dato conto del briefing riservato della Commissione per i servizi segreti militari della Camera Usa nel quale alcuni alti esponenti del Pentagono avevano manifestato il loro scetticismo sulle reali potenzialità dell’Ucraina.
Evidentemente hanno detto molto più di questo se, concluso il briefing, il senatore repubblicano Mike Rogers, ha affermato in un’intervista che la guerra “deve finire entro questa estate”, aggiungendo che la Nato deve esercitare una “certa pressione” su Zelenky per fargli capire quali siano i termini per proclamare una vittoria. Tale pressione aiuterà a portare Zelensky e Putin al tavolo dei negoziati, ha concluso.
Così, lo scontro aperto in Ucraina corre in parallelo con quello più segreto che lacera tutti i Paesi d’Occidente, al di là dell’unità di facciata. L’unico Paese che appare immune a tale contraddizione interna e unito nell’alimentare le folli visioni di Zelensky è la Gran Bretagna. Così che la guerra ucraina è anzitutto inglese, con l’evanescente premier Rishi Sunak a ripercorrere le nefaste orme del sulfureo Tony Blair.
A proposito di quella scellerata avventura bellica, va ricordato che il 5 febbraio ricorreva l’anniversario della famosa fiala all’antrace di Colin Powell all’Onu. Nessuno ha pagato per quella menzogna che ha trascinato l’Occidente in guerra. Gli stessi protagonisti di allora stanno trascinando il mondo nella follia di un conflitto globale.
Ps. In rete l’ennesimo video di prigionieri russi uccisi a sangue freddo. L’Occidente non ha mai chiesto ragione di questi orrori a Kiev, che quindi gode di un’impunità assoluta e la usa con disinvoltura. Ovviamente, tale ferocia è solo la punta dell’iceberg di quanto sta accadendo, dal momento che non si può documentare che qualche singolo episodio sfuggito all’occultamento e alla censura. Inorridisce e allarma.