28 Novembre 2024

Ucraina. Gli Usa: abbassate l'età della leva a 18 anni

Abbassare l'età della leva serve solo a proseguire la macelleria Ucraina, mentre i sondaggi indicano che la maggioranza della popolazione vuole la pace e ne ha abbastanza di Zelensky
Ucraina. Gli Usa: abbassate l'età della leva a 18 anni
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“Un alto funzionario dell’amministrazione Biden […] ha affermato che l’amministrazione democratica uscente vuole che l’Ucraina abbassi l’età per la mobilitazione dagli attuali 25 anni a 18 anni”. Così l’Associated Press.

La fonte anonima di cui sopra trova conferma nel comunicato di Sean Savett, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, nel quale si legge che secondo gli Usa in questo momento per l’Ucraina ” il bisogno più vitale sia la manodopera”. Una questione di “pura matematica”, ha aggiunto l’anonimo funzionario, dal momento che l’esercito ucraino deve trovare un rimedio alla superiorità numerica dei russi.

White House pressing Ukraine to draft 18-year-olds so it has enough troops to battle Russia

L’impopolarità di Zelensky e della sua guerra

Matematica, appunto, non uomini. Perché la macelleria ucraina prosegua, dunque, l’America chiede altra carne, e carne fresca. L’AP ricorda come la leadership ucraina sia restia a fare questo passo, sollecitato da tempo dagli States, perché rischia che il malumore popolare, già altissimo, raggiunga il parossismo. Ma le pressioni sono forti, può cedere.

En passant, si può ricordare come la carenza di soldati sia provocata non solo dall’inefficacia del reclutamento, con gli ucraini che tentano di eludere la leva come possono (i più ricchi possono, c’è un apposito tariffario per le tangenti), ma anche dal tasso di diserzioni sempre più elevato. Il Times, citando i dati della procura generale, ha riferito che tra gennaio e settembre di quest’anno sono stati avviati circa 51.000 casi penali per diserzione e abbandono di un’unità militare” (notizia ripresa da al Jazeera).

Una mossa disperata quella di abbassare ancora una volta l’età della leva, peraltro del tutto inutile. Spieghiamo: se tale iniziativa portasse l’Ucraina a vincere, avrebbe una sua logica, benché discutibile; se servisse solo a ritardare l’inevitabile vittoria russa, non servirebbe a nulla se non a fare più danni possibili ai russi a costo di altre vite ucraine, e non poche. E la realtà indica che è la seconda opzione quella alla quale Kiev va incontro.

Ciò avviene con gli ucraini che anelano alla pace, come rileva un sondaggio riferito da Strana: “Secondo il Social Monitoring Center, la maggioranza degli ucraini intervistati (64%) ha dichiarato di sostenere l’avvio dei negoziati per ‘congelare le ostilità’, perché l’Ucraina ha già subito pesanti perdite. Il 31% non è favorevole”.

Non solo, l’interlocutore del partito della guerra resta il solito Zelensky, nonostante il tracollo del consenso tra la popolazione. Strana, infatti, riferisce che secondo dei “sondaggi riservati, Budanov ha superato Vladimir Zelensky nella fiducia della popolazione e ora occupa la seconda posizione in classifica dopo l’ex comandante in capo delle forze armate ucraine Zaluzhny. Zelensky occupa solo il terzo posto”.

Zaluzhny è stato messo in pensione, relegato al ruolo di ambasciatore a Londra, e Zelensky sogna di infliggere un analogo destino a Kyrylo Budanov, l’attuale capo dell’intelligence militare. Budanov e Zaluzhny, benché fieri nazionalisti, hanno dimostrato maggiore realismo del presidente, il quale resta in carica solo perché gradito ai suoi interlocutori esteri e perché ha deciso che in Ucraina non si voterà finché ci sarà la guerra, così che sarà lui, meglio i suoi sponsor, a decidere se e quando avrà termine. Tant’è.

L’incendiario tedesco

Detto questo, a quanto pare, ne scriviamo con le riserve del caso, gli Stati Uniti, conferendo la priorità all’ampliamento della leva, stanno mettendo in secondo piano la possibilità di inviare a Kiev ulteriori armi avanzate – oltre ai missili a lungo raggio – che andrebbero ad alzare ancor più il livello dell’escalation, già alto e a rischio di conflitto nucleare.

Speriamo che sia davvero così, anche perché tanti continuano a gettare benzina sul fuoco. Come ad esempio Bruno Kahl, a capo dei servizi segreti esteri della Germania, secondo il quale l’asserita guerra ibrida russa in corso potrebbe far scattare l’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica, che obbliga i Paesi membri a difendere uno di essi sotto attacco (Guardian).

Tale guerra ibrida, da alcuni mesi rilanciata dai media mainstream, consisterebbe in una serie di attentati in giro per l’Europa, da incendi dolosi a danneggiamenti ad attacchi hacker particolarmente pesanti. Una guerra fantasmatica quanto fantasmatica è l’accusa mossa ai russi, che non si capisce perché dovrebbero stuzzicare la Nato ora che stanno vincendo, col rischio di ritrovarsi in un confronto diretto con le sue forze che annullerebbe i successi conseguiti sul campo di battaglia.

Stando così le cose, il monito del capo dell’intelligence teutonica suona particolarmente sinistro, dal momento che il partito della guerra potrebbe trovare un pretesto qualunque per dare avvio allo scontro alzo zero (si pensi, ad esempio, al sabotaggio del Nord Stream 2, del quale per mesi sono stati accusati i russi prima che fosse comprovata la loro ovvia non responsabilità).

Momento di transizione più che a rischio quello che stiamo vivendo, con l’insediamento di Trump che resta un orizzonte lontano nonostante manchino solo due mesi. In questi due mesi, infatti, può succedere di tutto.

L’inviato per l’Ucraina

Nel frattempo, il presidente in pectore ha scelto la persona che dovrà trattare il dossier ucraino, il generale Keith Kellogg. Per quanto riguarda il suo approccio alla criticità, riportiamo quanto scrive Strana: “Kellogg è stato uno dei coautori del piano per l’Ucraina proposto a Trump nell’estate del 2024. Secondo questo piano, Kiev potrà continuare a ricevere armi americane e altra assistenza militare solo se accetterà di partecipare al processo negoziale”.

“Allo stesso tempo, verrà proposto di stabilire un cessate il fuoco lungo la linea del fronte; i termini di tale regime saranno concordati in base alla situazione sul campo di battaglia al momento dei negoziati. Kellogg suggerisce che l’Ucraina abbandoni le sue intenzioni di riprendere il controllo dei territori conquistati dai russi con mezzi militari durante l’attuale guerra e accetti di fermarla”.

“Kellogg ha anche proposto di rinviare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO in cambio di un accordo di pace globale che ricomprenda delle garanzie di sicurezza [per Kiev]. Ritiene che uno dei principali errori dell’amministrazione di Joe Biden sia quello di ‘ignorare gli interessi della Russia quando si valuta come possibile l’adesione dell’Ucraina alla NATO'”.

Ancora più interessanti le idee di Kellog sul piano globale. “Nel suo libro Guerra con altri metodi, scrive: ‘I nostri obiettivi di politica estera devono basarsi sugli interessi basilari della sicurezza nazionale dell’America. Vogliamo vivere in pace e amicizia con Russia e Cina. Abbiamo serie divergenze con questi due paesi e dobbiamo osservarli con gli occhi ben aperti. Ma non dobbiamo essere avversari. Dobbiamo cercare un terreno comune basato su interessi comuni'”.

Questa la prospettiva verso la quale tenterà di muoversi l’amministrazione Trump. Per questo il partito della guerra sta tentando di tutto per minare fin da ora tali possibilità.