Gli Usa hanno il diritto di portare un attacco nucleare preventivo
Tempo di lettura: 2 minuti“Gli Stati Uniti non devono rinunciare al diritto di portare un attacco nucleare preventivo“. Così Il Capo di Stato Maggiore dell’esercito Joseph Dunford al Congresso americano.
La sua opinione cala come una mannaia sul tentativo degli esponenti del partito democratico di limitare i poteri del presidente sul punto, oggi praticamente insindacabili, dato che una volta scatenato un attacco similare non si può più tornare indietro.
E se tale eventualità è remota nel caso di un attacco contro la Russia, dato che ha la capacità di colpire a sua volta il territorio americano, non è altrettanto remota in altro caso.
Si pensi, per fare un esempio, alla criticità iraniana, Paese col quale l’amministrazione Trump ha ingaggiato un duello a distanza.
Nel caso di ingaggio più ravvicinato, col possibile pericolo di vedersi un’eventuale flotta mandata in loco distrutta o comunque vulnerata, negli Usa potrebbe scattare l’allarme rosso. Che conferisce al presidente poteri “nucleari”.
Un allarme fatto proprio dal portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, affermando che gli Stati Uniti stanno creando precondizioni pericolose che potrebbero dar vita a un guerra missilistica nucleare, anche durante un conflitto a bassa intensità.
Rischio accresciuto, peraltro, dalla nuova strategia nucleare Usa, che prevede lo sviluppo delle cosiddette atomiche tascabili.
Non tanto per la loro praticità, quanto perché, non causando esse i danni di una bomba convenzionale, possono accreditare l’idea che un attacco atomico sia possibile perché il limitato impatto eliminerebbe (?) i rischi di una risposta nucleare.
Val la pena ricordare che alcuni giorni fa, esponendo la dottrina nucleare russa, Putin affermò che essa non prevede attacchi preventivi.
Solo parole, certo, ma è evidente la dialettica con la posizione americana. Dialettica che non si limita solo alle parole, come evidenzia la denuncia del trattato sulle atomiche di medio raggio da parte degli Stati Uniti.
Inoltre resta un po’ lo sconcerto per la parola “diritto” che il Capo di Stato maggiore dell’esercito Usa ha evocato nel caso di un attacco preventivo nucleare. “Diritto” è parola importante, che stride nel contesto.