Usa-Iran: diplomazia e sabotaggi

All’interno dell’amministrazione Trump si sta giocando una partita cruciale sull’Iran che deciderà se sarà pace o guerra, nel qual caso si aprirebbe un vaso di pandora di ripercussioni globali. E Israele sta facendo di tutto per trascinare l’America in questa nefasta avventura.
Israele, non il solo Netanyahu, come evidenziano la dichiarazioni dei leader dell’opposizione a commento dell’articolo del New York Times che rivelava come Trump avesse bloccato un attacco contro Teheran.
Così Yair Lapid, leader del partito Yesh Atid: “A ottobre avevo proposto di attaccare i giacimenti petroliferi dell’Iran, ma Netanyahu aveva paura e non l’ha fatto”. Così Naftali Bennett, probabile sfidante di Netanyahu alle prossime elezioni: Netanyahu “sa solo minacciare per poi far trapelare che intendeva [fare qualcosa] ma gli è stato impedito […]. Non ci sarà data un’altra occasione simile [per colpire l’Iran]”. Così Avigdor Libermann, leader di Yisrael Beytenu: leggendo articolo del Nyt “ho pensato a quanto sia stato fortunato che quando abbiamo bombardato i reattori nucleari in Siria e Iraq Netanyahu non fosse primo ministro”.
Più articolate di dichiarazioni di Benny Gantz: “Lo Stato di Israele deve e può eliminare la prospettiva di un potenziale nucleare iraniano […] è giunto il momento di cambiare il Medio Oriente agendo in stretto coordinamento con il nostro grande alleato, gli Stati Uniti”.
Il nuovo Medio oriente e le interferenze israeliane
Gantz ha reso esplicito lo scopo dell’attacco ai siti nucleari dell’Iran, cioè della guerra: non serve a eliminare l’asserita minaccia iraniana, dal momento che Teheran non ha né intende costruire l’atomica, come documenta ad esempio un approfondito studio della…
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