30 Gennaio 2019

Venezuela: una nuova opportunità per i neocon

Venezuela: una nuova opportunità per i neocon
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Il Venezuela può trasformarsi nell’11 settembre di Trump. Il regime-change venezuelano, infatti, è saldamente nelle mani dei neocon. Trump appare del tutto defilato: ha solo avallato le loro manovre.

L’11 settembre fu per i neocon un’opportunità, come descrive bene anche il docu-film Vice. Dopo l’attentato alle Torri furono loro a prendere saldamente in mano le redini degli Stati Uniti.

La crisi venezuelana per loro rappresenta una nuova opportunità. Per guadagnarsi nuovi spazi di influenza, in America Latina come a Washington.

Con tutto quel che consegue per la politica estera americana nel mondo. Sul punto ho scritto su Occhi della Guerra, al quale rimando (cliccare qui).

Si può aggiungere qualcosa d’altro e più specifico. A guidare le danze per sostenere il vento della democrazia venezuelana è il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa John Bolton.

Sul superfalco americano, fiero sostenitore, non pentito, della guerra irachena e della necessità di usare tutto l’arsenale bellico americano contro i suoi avversari (Iran, Corea del Nord etc.), si potrebbero spendere tante parole.

Ci limitiamo a rimandare a un editoriale del New York Times scritto dopo la sua nomina a Consigliere per la Sicurezza nazionale. Riportiamo solo il titolo, che dice tutto: “Si, John Bolton è davvero così pericoloso“.

In un’intervista a Sputnik, Nicolas Maduro ha affermato di avere le prove che sia stato lui a impedire a Trump di incontrarlo. Non abbiamo motivi per non crederci.

Trump, meglio Bolton, ha nominato inviato speciale per il Venezuela Elliot Abrams, altro rappresentante neocon (Politico).

Al tempo, fu punto di riferimento, nonché finanziatore per conto degli Stati Uniti, dei Contras, i paramilitari incaricati di dar vita a un regime-change in Nicaragua, dopo la conquista del potere da parte dei sandinisti (1979).

Sui Contras riportiamo le parole di Naom Chomski: “Nel 1981 gli Stati Uniti lanciarono contro i civili del Nicaragua degli attacchi terroristici sia diretti che indiretti, spedendo laggiù le squadre della morte chiamate Contras“.

Date le premesse, è arduo pensare a un dialogo tra un’opposizione che fa riferimento a questi ambiti e il governo, possibilità alla quale Maduro si è detto pure aperto (può essere propaganda, ma dovrebbe esser presa almeno in considerazione).

La situazione è in stallo, Gli Stati Uniti hanno chiuso i rubinetti a Caracas, sia congelando i fondi depositati all’estero, stornati, ad oggi in parte, a beneficio del leader dell’opposizione, sia varando sanzioni sul petrolio Venezuelano, unica vera risorsa del Paese.

Sono misure che colpiscono non solo il governo, ma anche la povera gente. Tant’è. Ci vorrebbe una mediazione, ma ad oggi non si vedono possibilità in tal senso e troppi sono gli incendiari. Rischio bagno di sangue.

 

Nella foto: Elliot Abrams