Washington Post: i rischi di oltrepassare le linee rosse di Mosca
Tempo di lettura: 2 minuti“Aumenta il desiderio di Biden di oltrepassare le linee rosse di Putin”. Questo il titolo di un articolo del Washington Post di oggi.
Il media statunitense rammenta come nel corso della guerra più volte l’Ucraina e i suoi sponsor Nato abbiano superato le linee rosse della Russia. Linee che, superate, avrebbero potuto scatenare la reazione catastrofica di Mosca. Ciò è avvenuto nonostante si stiano confrontando con una potenza nucleare e nonostante gli avvertimenti del Cremlino sulle possibili conseguenze.
Così sul WP: “Un motivo chiave per ignorare le minacce di Putin, affermano i funzionari statunitensi, è l’approccio [al conflitto] che ha egli ha tenuto fin dai primi giorni di guerra: il presidente russo non ha mantenuto le promesse di punire l’Occidente per aver fornito armi all’Ucraina. Il suo bluff ha dato ai leader statunitensi ed europei una certa fiducia nel perseverare su questa linea senza temere gravi conseguenze, ma fino a che punto si possa arrivare rimane una delle incertezze più pericolose del conflitto“.
Quando l’Occidente ha superato tali linee, rincara il WP, Putin “non ha dato vita a un conflitto militare con Washington o i suoi alleati. Ma i funzionari occidentali sono consapevoli che ciò non significa che non lo farà mai, in particolare se ci saranno ulteriori escalation del conflitto”.
Linee rosse: di escalation in escalation
Da qui le escalation continue, che il Wp afferma che siano meditate a fondo e calcolate nelle possibili conseguenze, anche se “i falchi repubblicani al Congresso, nel frattempo, dicono che la minaccia dell’escalation russa non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione“.
Questa la conclusione del Wp: “Senza dubbio, la volontà dell’amministrazione Biden di oltrepassare le linee rosse di Putin ha rafforzato la capacità dell’Ucraina di difendersi e riconquistare il territorio a est e a sud [la realtà è più complessa ndr]. Ciò che resta da vedere, tuttavia, è se Putin continuerà a permettere all’Occidente di sfidare le sue minacce senza conseguenze”.
“Esistono delle linee rosse”, ha affermato Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russian Eurasia Center di Berlino, “… ma dal momento che non abbiamo modo di sapere con certezza quali siano, ciò crea rischi”.
Il problema è che il rischio in questione è l’estinzione dell’umanità, tale l’esito di una guerra termonucleare. Sono consapevoli di giocare col fuoco a tale livello, eppure perseverano. Una follia.
Nel reagire all’ennesima escalation, l’attacco dei droni contro Mosca, Putin ha affermato: “Ci stanno provocando a rispondere a tono” (BBC). Il conflitto ucraino è tutto racchiuso in questa dialettica, che va ben oltre gli sviluppi sul campo di battaglia. Se la Russia cede e risponde, sarà la terza guerra mondiale.
Il punto è che i falchi sanno perfettamente che l’Ucraina non può vincere questa guerra. L’unico modo per trasformare la sconfitta in possibile vittoria è quella di far entrare in guerra anche la Nato (nei modi e nelle forme da stabilirsi), contando anche in questo caso sul fatto che Putin non userà le armi atomiche.
Al di là dell’ignobile scommessa sull’uso della Bomba, già di per sé azzardata, anche l’ipotesi di una guerra convenzionale su ampia scala Nato-Russia è semplicemente folle. Ma così è se vi pare.