Yemen: la guerra che si poteva evitare
Tempo di lettura: 2 minutiContinua a infuriare il conflitto in Yemen, dove i ribelli houti, che hanno preso il controllo di quasi tutto il Paese, sono bersaglio di bombardamenti da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, che appoggia l’ex presidente Hadi, messo in fuga dalla sollevazione. Ad oggi le vittime sono circa 1000, molti dei quali civili di cui oltre 100 sono bambini (i bombardamenti non sono molto mirati..). Un conflitto che è anche l’ennesimo scontro religioso all’interno del mondo arabo: alla coalizione sunnita si contrappone l’Iran sciita, che appoggia i ribelli houti, sciiti anche loro.
Su questo conflitto riportiamo una notizia apparsa sul sito Arabpress: «L’ex inviato della Nazioni Unite per lo Yemen Jamal Benomar ha dichiarato che, prima dell’intervento saudita nel Paese, le parti in conflitto erano sul punto di raggiungere un accordo di pace, ma che l’inizio dei bombardamenti su Sana’a aveva vanificato quegli sforzi, allontanando sempre più le fazioni tra di loro. Benomar ha persino rivelato che Paesi arabi quali il Marocco e il Qatar erano pronti a ospitare negoziati inter-yemeniti per trovare una soluzione politica alla crisi»
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Nota a margine. Forse è inutile, ma è bene ripeterlo: altrove movimenti di ribellione contro veri o supposti despoti sono stati appoggiati dalla comunità internazionale: è il caso della Siria, della Libia, dell’Ucraina, per citare alcuni casi recenti. Nel caso specifico invece la comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti – ma anche l’Onu che ha deliberato in proposito -, si ritrova a fianco di chi bombarda movimenti ribelli (e civili). La politica internazionale ha le sue ipocrisie e vive di interessi, nel caso specifico quello per il petrolio saudita, ancorché paludati da alti discorsi sulla democrazia e la libertà.
La denuncia dell’ex inviato Onu per lo Yemen è ancora più grave se si tiene conto del fatto che questa guerra sta infiammando ancora di più il confronto tra islam sciita, che ha il suo faro in Teheran, e islam sunnita, il cui riferimento è Riad, che tanto sta affaticando il mondo, anche per lo spazio di manovra che offre alle sanguinarie milizie jihadiste legate all’Isis e ad al Qaeda (e al mondo sunnita). Nello specifico l’Isis sta prendendo sempre più piede in Yemen, dove attacca obiettivi houti, in una non dichiarata alleanza con l’Arabia Saudita (una strana alleanza che vede il sostegno dell’Onu… circostanza quantomeno bizzarra).