Zakaria: il putsch in Egitto è stato un tragico errore
Tempo di lettura: < 1 minuteArrestare Morsi «è stato un gravissimo errore», spiega Fareed Zakaria, uno dei massimi analisti di politica internazionale vicino alla Casa Bianca, sul Corriere della Sera del 9 luglio (titolo: La Casa Bianca fissi una scadenza e detti le condizioni o stop agli aiuti). «Il governo deposto era stato eletto in libere consultazioni, ma stava sicuramente abusando dei diritti individuali e delle libertà democratiche. Il regime di Morsi si stava rivelando come un esempio da manuale di “democrazia illiberale”. Ma il problema è che quando un governo, pessimo ma democraticamente eletto, viene rimosso con mezzi antidemocratici, si creano le premesse per la sua martirizzazione, gli si restituisce una sorta di verginità politica. Morsi e i Fratelli musulmani erano ormai screditati, drammaticamente in calo di consensi […] avrebbero probabilmente perso le prossime elezioni».
Invece, «il putsch e il successivo atteggiamento dei militari gli hanno ridato energia, lo hanno in parte rigenerato, regalandogli una narrativa, e ora anche dei martiri, su cui ricostruire una futura offensiva politica. La Fratellanza è sopravvissuta a 60 anni di persecuzioni e totale clandestinità. Figuriamoci se basta questo a liquidarla. Senza contare che anche gli estremisti salafiti, con la loro abile ambiguità, stanno cercando di raccogliere vantaggi politici dall’attuale situazione».