Haaretz: Zelensky, Netanyahu e il sogno che li rende autoritari
Il titolo, per una volta, l’abbiamo un po’ estremizzato, ce ne perdonino i lettori, perché Haaretz, giustamente, tiene presente la profonda differenza dei due conflitti e i differenti approcci, e però pone un parallelo di fondo davvero profondo.
Riportiamo: “Le due guerre si svolgono su scala e circostanze radicalmente diverse. E Benjamin Netanyahu non è Zelensky. Uno ha unito la sua nazione e l’altro ha perso irrimediabilmente la fiducia [di cui godeva]. Ma hanno una cosa in comune. Entrambi gli uomini politici attribuiscono una grande importanza alle visioni che evocano, sia ad uso dell’opinione pubblica interna che di quella internazionale”.
“Ma è difficile mantenere vivi questi sogni mentre si consumano guerre lunghe e dolorose. Netanyahu non è riuscito fin dall’inizio a convincere gli israeliani che lui è il solo che può ottenere la ‘vittoria totale’ promessa. [Gli israeliani] Hanno sentito troppe bugie, e per troppi anni, da lui. Zelensky, giustamente, ha accumulato molto credito nei confronti del suo popolo, ma anche quello si sta erodendo dopo due anni di guerra”.
“Per ambedue [ed è questa la parte più interessante ndr] la necessità di impedire che la realtà si insinui li sta spingendo verso tendenze sempre più autocratiche, che li induce a mettere a tacere chiunque – generali, politici e giornalisti – presenti alla pubblica opinione un quadro diverso”.
Il discorso si può allargare a tutto l’Occidente, dove chiunque tenti di presentare un quadro più realistico della situazione, da cui discendono approcci diversi alla stessa, è additato come un nemico della verità (rivelata) e bollato come filo-Putin e/o filo-Hamas. Tant’è.