Eddie Vedder, Guaranteed
“Vento tra i miei capelli, mi sento parte di ogni luogo
Vorrei trovare un mio modo di essere
Conoscevo tutte le regole, ma le regole non conoscevano me.
Garantito”
Mi gira un po’ la testa a scrivere di Eddie Vedder. Difficile, forse impossibile. Una canzone più bella dell’altra, un testo più profondo dell’altro. Non so cosa scegliere, perché qualsiasi scelta lascia fuori tantissimo d’altro. Mi aiuta YouTube, la prima canzone ad uscire è proprio Guaranteed. Colonna sonora interamente interpretata da Vedder per il film Into the wild uscito del 2007. Semplicemente meravigliosa.
Nei manuali di musica si parla di Vedder come del leader e cantante del gruppo grunge Pearl Jam e si racconta la sua grande ammirazione per Neil Young, i Doors, gli Who, Bruce Springsteen, Bob Dylan, Robert Plant, Tom Petty, Roger Waters.
Ma per farla breve a me Eddie Vedder fa pensare tanto a Francesco Totti e Roger Federer.
Stesso sconfinato amore da parte del pubblico, stessa semplice umanità, stessa immagine buona, aperta, vicina alla gente, tanto da far esplodere in noi un affetto simile a quello che si prova per gli amici veri.
Senza saperlo entrano nelle nostre case dopo che li abbiamo attesi per tanto tempo. Stessa capacità di performance indimenticabili, irripetibili per la forza, per la passione che riescono a trasmettere a chi ha la fortuna di esserci. Stesso talento, unico.
Detto questo, Eddie Vedder è, con Bruce Springsteen, oggi è il cantante americano più famoso al mondo. La sua voce e le sue canzoni sono assolutamente meravigliose, profonde, forti. Anche se più che le sue canzoni, bisognerebbe dire le canzoni che canta.
Spesso, infatti, canta canzoni altrui, ma lui le interpreta in modo da farle diventare proprie, come se quello che canta fosse la sua vita in musica. E le sue scalette, come anche la scelta delle musiche, ai suoi concerti è sempre diversa, anche da un giorno all’altro.
A giugno è stato in Italia per tre concerti: uno a Firenze (oltre 50.000 presenze!) e due a Taormina. Performance che le cronache hanno dipinto come qualcosa di storico e commovente. “Il mio primo show in Italia e il più grande che abbia mai fatto”, ha detto.
Ma Eddie non si limita a cantare. Si dona al pubblico scendendo spesso a stringere mani e, cantando per oltre due ore e mezza, parla a lungo in Italiano, ringrazia tutti (“grazie mille!”), chiama il pubblico sul palco per fare un brindisi, invita un bimbo a stare vicino a lui per seguire meglio il concerto, chiama la moglie e le figlie a cantare con lui per l’ultima canzone (la famiglia, altro punto di contatto con Francesco e Roger).
Immenso, semplice, commovente. A Firenze canta Imagine di John Lennon dedicandola all’amico Chriss Cornel (altra voce meravigliosa) da poco scomparso. E proprio all’ultima nota una stella cadente solca il cielo sopra il concerto, tra la meraviglia e la commozione di tutti. Eddie Vedder è davvero un artista meraviglioso e fortunato. E noi con lui. Che altro dire?
Ho inserito qui di seguito qualcosa da ascoltare (e vedere), ma non vi fermate alla mia scelta, Eddie è molto, molto di più.
“Non c’è tempo da buttare o risparmiare nella vita, devi spenderlo tutto.
In qualsiasi posto tu sia andata e in qualsiasi posto possiamo andare noi,
la tua luce riflette ora, riflette da lontano e noi non siamo altro che pietre,
la tua luce ci rende stelle”
Guaranteed – Hard Sun – Imagine – Falling slowly (con Glen Hansard) – The song of good hope (con Glen Hansard) – Society (con Glen Hansard) – Black – Alive (Pearl Jam) – Jeremy (Pearl Jam) – Long road (Pearl Jam) – Rockin’ in the free world (Neil Young e Pearl Jam) – Hunger strike (con Chris Cornell) – Comfortably numb (con Roger Waters) – Redemption song (con Beyoncé) – Behind blue eyes (con Pete Townshend)