13 Febbraio 2014

Notes, 13 febbraio 2014

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Notizia. Mi giunge notizia, improvvisa e feroce, della morte di un amico. Poco più che un ragazzo. Morte improvvisa, cattiva. Lascia tre figli e una giovane moglie. Lo conoscevo di vista, anni lontani, ma negli ultimi mesi avevamo avuto una corrispondenza via mail che mi aveva rallegrato il cuore. Ne avevo parlato agli amici, come di cosa cara. Un’amicizia fiorita grazie a questo povero sito.

Mi aveva chiesto dei libri di don Giacomo Tantardini. C’erano stati intoppi, ma alla fine erano giunti a destinazione. E alcuni giorni fa mi aveva mandato questo sms: 

Caro Davide, non ho parole per ringraziarti per la collana di Giacomo di cui mi hai fatto dono… credo che te ne sarà grato per sempre. GRAZIE.

 

Mi viene da leggere e rileggere questo messaggio, come un disco rotto, come si rigira tra le dita qualcosa di prezioso. Perché ha dentro una vita comune nelle distanze (don Giacomo, una storia di grazia lontana eppure vicina). Ma poi mi incaglio su quel “per sempre”. Un “per sempre” durato una o due settimane… invero povera cosa che fa cattiva la vita… Eppure, e al contrario – quando l’amaro si scioglie in preghiera – un per sempre che vibra di Paradiso, ché si va nel Suo Paradiso anche per un sms di gratitudine al Signore (io conto nulla)…

Grato “per sempre” amico mio.

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